Il Coming Out con mamma



Ve lo ho mai raccontato di quando mia madre voleva mandarmi dallo psicologo? Le avevo appena detto di essere gay e... cioè vabbè... se vi mettete comodi, vi racconto tutta la storia.

Squilla il telefono e io sono sul motorino e lo so che non dovrei rispondere, ma con un gesto atletico infilo il cellulare tra l'orecchio e il casco e sento la voce di mia madre (voi però non fatelo mai e prima di rispondere, fermatevi). 
- Ciao tesoro, che fai oggi passi qui da me?
- Bho, a Mà, non lo so... ho da fare...
- Allora domani? Passa domani, ho voglia di vederti...
Ovviamente quella telefonata, risuona nella mia testa come un campanello d'allarme e so perfettamente dove vuole andare a parare e mi aspetto di trovare nella buca della posta, una lettera con su scritto "So cosa hai fatto!"; solo che io non sono Ryan Phillippe, né tantomeno Jennifer Love Hewitt. L'unica cosa che mi pare chiara però, è che mio padre deve essersela cantata e deve averle detto che mi ha visto mentre mi strusciavo in mutande contro un altro maschio.
Arriva il momento, e con un groppo sullo stomaco arrivo a casa di mia madre e sono già preparato a quello che dovrà dirmi e sono sicuro che questo sarà un pranzo fotocopia di quello fatto il giorno precedente con mio padre; un pranzo pieno di domanda e di silenzi e di sincerità. Così decido di prendere in mano la situazione e le chiedo diretto:
- Hai parlato con papà?
Lei annuisce e, considerato che i miei si parlano solamente tramite avvocato o per comunicarsi lutti familiari, direi che la situazione è tipo nono grado della scala Mercalli: catastrofica. 
Le dico subito che però il Sir non è stato il primo, - "Ti ricordi di Giulio? Ecco, siamo stati fidanzati per due anni..." - e non so perché le sto dicendo queste cose e forse dentro di me spero che la colpa non ricada sul mio attuale fidanzato e... intendiamoci, io lo so perfettamente che non è colpa di nessuno se mi piace "dormire con i maschi", però sempre meglio trovare un capro espiatorio nel caso mia madre decidesse di dare di matto e commettesse una pazzia. Voglio dire, in tal caso meglio specificare che il responsabile è il mio ex, quel bastardo che mi ha lasciato in vacanza a Parigi. Ecco.
E così, dopo un primo momento di imbarazzo, iniziamo a parlare con più tranquillità e i suoi occhi diventano lucidi e tradiscono quella che ipotizzo essere una profonda delusione.
- Eppure con Valeria sei stato per quanto? Due anni? Non funzionavano le cose... in quel senso? - Per un istante mi domando se mi stia realmente chiedendo se con le donne mi si drizza il pisello oppure no e... forse ho capito male la domanda io; però a scanso di equivoci, le dico che sì, con lei andava tutto bene.
- Ma allora ci torneresti insieme ad una ragazza? - per un istante vorrei mentirle e dirle che sì ci tornerei, perché questa è solo una fase - "...stai tranquilla Mà, vedrai che mi passa come sono passate di moda le spalline e i pantaloni a zampa..." - però non posso dirle una stronzata solo per aggirare l'ostacolo e così le spiattello in faccia la cosa che forse più la fa soffrire.
- Ho due fratelli Mà, i nipoti te li daranno loro, non io.
Le lacrime cominciano a scenderle sulle guance e so di aver toccato un tasto dolente, perché ormai ha passato i cinquanta e ancora non ha un nipotino a cui badare e in fin dei conti c'è un po' di egoismo in tutti noi e sono sicuro che i nipoti servono a ricordare ai nostri genitori, che sono ancora utili e che non sono semplici vecchi già pronti per l'ospizio.
- "Io sto bene" -, aggiungo per tranquillizzarla e le dico che sono felice e che grazie al cielo non ho mai sofferto per questa cosa e che non mi sono mai trovato nel buio della mi stanzetta a piangere pensando di essere sbagliato e le faccio la lista di tutti i miei amici che conosce anche lei per rassicurarla e farle capire che sono i ottima compagnia.
- Hai presente Gigi quello che giocava a pallavolo con me? Ecco, anche lui e pure Daddo dell'università e ovviamente tizio e caio e ultimamente si è scoperto gay anche pincopallino..." - e ad ogni nome il suo viso sembra farsi un poco più rigido e più ne parliamo e più io mi rilasso e quel groviglio che avevo nello stomaco mentre citofonavo alla sua porta, ormai è bello che sciolto e voglio trasmetterle tutta la mia serenità, perché penso che se mi vedrà felice allora non potrà fare altro che essere felice di conseguenza e proprio quando penso di averla convinta, proprio quando riusciamo a farci una risata sincera, lei sfodera nuovamente il suo tono serio e mi domanda se voglio parlarne con uno psicologo.
Cioè, senza nulla togliere alla categoria degli psicologi, ma che diavolo dovrei andargli a dire a uno di quelli?
- Magari parlarne con qualcuno ti fa bene... - Mi dice lei e io cerco di farle capire che sono fidanzato da 3 anni e che il settanta percento dei miei amici sono finocchi e che di gay ne so di sicuro più io che non uno che ha studiato psicologia sui libri. - Dai Mà, hai cresciuto un figlio intelligente - le dico - e ti assicuro che sono felice e poi... il mio ragazzo ti piace e non dire di no, perché me lo hai detto tu quando ancora non sapevi che stavamo insieme... - e mentre la convinco che andrà tutto bene e che nessuno mi disegnerà un cazzo enorme o una svastica sulla porta di casa, mi domando se mi abbia proposto di andare dallo psicologo solamente per avere un confronto con una persona qualificata, o se sotto sotto sperasse in una conversione tipo esorcismo di Monsignor Milingo - Esci da questo corpoooo!! -. Che poi, forse, lo psicologo il più delle volte servirebbe proprio ai nostri genitori, per aiutarli a capire che non bisogna essere spaventati di avere un figlio gay e imparare a dire senza vergogna - Mio figlio verrà a cena con il suo ragazzo... -.

Commenti

  1. Magari ora non serve più, ma all'epoca le avresti potuto far vedere il documentario "Due volte genitori"...

    P.S. Come ha fatto tuo padre a trovarti in mutande che ti strusciavi al Sir?

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  2. Eh si, lo psicologo serve più a loro Lord. In casa mia andò proprio più o meno come per te, ma a perti invertite. A saperlo prima fu mamma e poi papà, che voleva assolutamente sto confronto con lo psicologo. Loro poi ci sono pure andati, ma per la necessità, in un momento di sbando totale, di avere qualcuno che gli dica come pensare. Se avessero aspettato un attimo e fatto qualche espiro in più sarebbero arrivati alla stessa conclusione e risparmiato qualche (si vabbè, altro che "qualche") euro. Che poi da questo ci ho dovuto mettere piede pure io, visto che voleva avere un quadro dettagliato della famiglia. La seduta sarà durata si e no 10 minuti, una volta appurato il mio gardo di consapevolezza e l'assenza totale di traumi o frustrazioni.

    Ma il prossimo post ce lo fai sul mollaggio a Parigi? Questa si, secondo me, è una storia che merita...

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  3. però non hai ancora risposto alla domande .. ma tu ti sei affezionato ai tuoi lettori?

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  4. Dopo un lungo lurkeraggio, adesso che sei finalmente passato a blogger, non posso non sperticarmi in centomila lodi per i tuoi post. Hai il dono di raccontare tappe salienti nella vita di ognuno di noi come fossero delle cazzate prive di importanza, senza mai minimamente scalfire tutto il significato e l'emotività che li sorrege. Chapeau!

    Cmq sono abbastanza convinto che i nostri genitori siano terrorizzati da 2 punti fondamentali nello scoprire l'omosessualità di un figlio: il fatto che non potranno aver dei nipoti e il pregiudizio ddegli "altri". Qualcuno che ci tiene realmente a suo figlio, potrebbe anche essere preoccupato per l'omofobia dilagante, ma è una cosa che riescono a superare.
    Non ricordavo il fatto che tuo padre ti avesse scoperto a letto con un uomo (io sarei morto), se ce ne hai già parlato linkaci il post... altrimenti scrivine uno nuovo! :)

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  5. Sono d'accordo con il commento di Luis, credo che ogni genitore è spaventato dai pregiudizi degli altri (parenti - amici - società) e anche dal fatto che la maggior parte avrà comunque una vita un pò più difficile, per il lavoro, per non rimanere soli. Finchè si è giovani tutto è possibile, tutto è più facile, anche le battaglie, personali e collettive, ma dopo...? Certo, lo so ci sono anche eterosessuali, pure famosi e benestanti, che non hanno avuto figli o che non hanno avuto fortuna in amore... Il problema rimane pur sempre il pregiudizio per chi fa un percorso diverso, che spaventa sia chi lo affronta, sia chi lo osserva. Poi certo la nostra società (quella italiana) non aiuta, ma si sa l'ignoranza dilaga ovunque.

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  6. Una volta sono stata fidanzata con una donna. Mi aspettavo che mia madre, avendomi visto sempre e solo circondata da amici omosessuali, fosse preparata al fatto. L'ho sempre immaginata apertissima, nonostante la sua rigida educazione religiosa. Ma poi ho capito che un conto erano gli amici, un conto era la "nuora".
    La mente umana è strana e contorta. A parole sono tutti poco discriminanti, a fatti invece, molti rimangono basiti. Ho cercato di far capire a mia madre la naturalezza di alcune cose. Che semplicemente dovrebbe pensare all'altro, non come un altro estraneo da sè, ma come un altro diverso, meravigliosamente diverso da sè. Intendiamoci, mia madre non è omofoba, ci mancherebbe. Se così fosse, con una figlia così frociarola, rischierebbe la morte ogni mezza parola. Però un conto essere omofobi, e un conto è essere a disagio. E mia madre spesso è a disagio. Vedi io faccio fatica a capirlo e quindi immagino che come io non riesco a capire lei su questa cosa, probabilmente lei avrà le stesse difficoltà.
    Poi vabbè mia madre è una santa donna che sopporta di tutto e di più, ti dico solo che recentemente le ho presentato un mio nuovo amico e quando le ho detto: "mamma ma sai che è anche fidanzato?" lei ha risposto: "Ma come, non è gay?"

    :-)

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  7. Che bel post. Bravo Lord! Che poi, stranamente, ma consolatamente, tantissimi di noi hanno un percorso comune: anche con mia madre abbiamo avuto un discorso simile al tuo, a parte il fatto che io dallo psicologo sono andato davvero. Una sola seduta, giusto per sentirmi dire cose che già sapevo e non avevo bisogno di ascoltare.
    Oggi siamo più uniti che mai e con il mio ragazzo siamo "di casa"...

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  8. e comunque è vero, lo psicologo non serve a niente... almeno a chi si accetta tranquillamente e vive la cosa con serenità. Comunque la scienza non da alcuna risposta, ne ti può cambiare

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  9. Che tenerezza, tua mamma! Poverina, se la sarà passata brutta.

    Io sono etero, però ho un po' vissuto questo percorso perché uno dei miei migliori amici è gay e mi sono beccato tutte le fasi di "oddio, sono gay", "Sono gay, e allora?" "sono gay, e affanculo chi ha pregiudizi", fino al "Sono gay. Punto."
    E i suoi genitori (specialmente suo padre) non è proprio gente di larghe vedute.
    Tutto questo per dire: povera tua madre, immagino si sia trovata in una situazione per lei non facile.
    Come dice luis, sia per il fatto di non avere nipoti che perché si teme un po' il giudizio degli altri.
    Ma fatti coraggio: voi siete dei pionieri: tra qualche anno essere gay sarà sicuramente più "normale" di quanto non lo sia adesso. State aprendo la strada per altre persone.

    E dimenticavo: voglio sapere anch'io della scena di tuo padre che ti becca a letto con un altro!

    ciao,
    Filippo.

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  10. Finalmente fuori da Splinder, era dai tempi del blog della Quercia che teneva Guido( probabilmente su tuo suggerimento) che mi stava sulle palle!
    Comunque bel post davvero, nonostante tu scriva come uno che ha fatto 6 pieni di scale riesci sempre a rendere divertenti anche gli argomenti più personali e delicati. Credo non sia stato facile fare outing ma alla fine ce l'hai fatta, tanti non riescono ad affrontare il discorso e fuggono...una cosa vorrei chiedere; cosa ne pensi della paternità di Ricky Martin?in fondo lui e' gay ma anche padre...mi piacerebbe sapere il tuo parere ma forse questo non e' il luogo adatto.Ciao Lord, Cristiano

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  11. Tengo a precisare che quello che sto per scrivere non è ASSOLUTAMENTE indirizzato a qualcuno in particolare se non ai miei genitori per la 2^ parte:

    Ma un etero si è mai chiesto:" ma se non fossi IO quello normale? e se avessi IO bisogno di uno psicologo?" (CE NE DEVE ESSERE ALMENO UNO IN QUESTO SCHIFO DI MONDO ...)

    Perchè non si può più semplicemente gioire quando tuo figlio ti dice "io Luca amo Thomas, stare con lui è la cosa che mi dona più felicità al mondo" anzichè rompere (sapete cosa) con discorsi del tipo "hai 35 anni ... quand'è che mi fai diventare nonno/a" ecc.?

    Comunque sia, piacere, sono Luca.

    PS: LORD complimenti per il tuo blog; BLOG complimenti per il tuo autore ;)

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  12. All'incirca mia madre ha avuto la stessa reazione della tua. Solo che io non ho fratelli quindi l'argomen to "nipotini" è stato devastante.

    Ma il racconto "babbo che ti trova in mutande" lo trovo nel vecchio blog?

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  13. Perché non io amici come te?!?! Wonderful

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  14. Be' prima cosa sta cosa del "mi ha visto mentre mi strusciavo in mutande contro un altro maschio" me la devi proprio spiegare (rodo di curiosità') e poi gli hai detto che se tu fossi stato etero non saresti cosi' figo ? Sposato con prole e panzetta, ma daiii. Questo glielo hai spiegato per benino ? Baci Teo

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  15. Mia madre fa la psichiatra. Purtroppo si è formata ai tempi in cui l'organizzazione mondiale della sanità includeva l'omosessualità nella lista delle patologie mentali. Così quando ha saputo di me, non mi ha proposto un semplice colloquio ma direttamente la psicoterapia. E poi ha aggiunto "Io ne ho curati tanti: pensavano di essere omosessuali e invece erano solo impotenti". Poi ci si domanda perchè abbiamo ancora un rapporto piuttosto difficile...

    PS: Ma il tuo Giulio adesso fa l'avvocato?

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  16. >>Enrico*
    La storia di mio padre che mi trova in mutande mentre mi struscio con il Sir, ve la racconto molto volentieri. Datemi solo qualche giorno...

    >>Max
    Approvato anche il post sul mollaggio a Parigi. Lo metto nella lista di cose da fare...

    >>Pier
    Ovvio che sono affezionato ai lettori! E' proprio per questo che dico sempre ai vari utenti anonimi di firmarsi anche solo con una sigla, in modo che posso ricordarmi di loro...
    Ma perché questa domanda?

    >>Luis
    Credo che il pregiudizio delle persone sia il primo motivo di imbarazzo per i nostri genitori. Ma sono anche sicuro che una volta detto la prima volta, poi dire frasi del tipo "Mio figlio con il ragazzo" diventa più facile.
    Presto vi racconto dell'episodio padre di Lord che mi scopre a letto con il fidanzato... già tremo.

    >>G.
    L'ignoranza dilaga, e credo sia compito nostro educare i nostri genitori verso quello che conoscono a malapena e che gli fa paura. Abbiamo una bella responsabilità eh!

    >>Misspulce
    Mio padre ha un amico con un figlio finocchio. Si sorbiva gli sfoghi dell'amico probabilmente ascoltandolo in modo distaccato. Da quando gli ho detto che sono finocchio anche io, probabilmente si confrontano a vicenda. Che teneri.

    >>Neroinchiostro/iconegay
    Come sempre, quello che crediamo essere una nostra esclusiva, alla fine invece è un'esperienza comune. E' per questo che mi piace raccontarvi delle mie cose, per scoprire che in fin dei conti abbiamo tutti i nostri piccoli grandi problemi.

    >>Alfiere111
    Lo psicologo secondo me serve a chi si sente di poter essere aiutato. Se non sei predisposto all'aiuto, perdi solo tempo.

    >>Filo
    Oddio, non mi ero mai visto come un pioniere... siamo gli Harvey Milk italiani!!!

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  17. >>Cristiano
    Il blog della quercia, ahahahah!
    Quello che penso su Ricky Martin te lo dico in due parole qui e poi magari ci faccio un post dedicato; comunque secondo me ha fatto bene a portare a termine quel difficile percorso di paternità che evidentemente sentiva molto forte dentro di se. E sono sicuro sarà un bravissimo papà.

    >>Luca
    Però ricordiamoci che i nostri genitori sono solo uomini e in quanto uomini sbagliano e sono pieni di dubbi. Insomma, io non sarei severo con loro e credo che lo smarrimento e il timore iniziale, sia abbastanza lecito per loro che sono cresciuti in questo paese dove diverso è uguale a spaventoso. Dobbiamo solo aiutarli a capire che invece va tutto bene...

    >>Davide Bho
    Il racconto del babbo che mi trova in mutande e "allegrotto" non lo trovi sul vecchio blog, ma a grande richiesta lo scriverò presto.

    >>Wonderful
    Wonderful è il tuo nome o solo un'esclamazione? Comunque... se vuoi te li presto i miei amici. Ci passi un fine settimana insieme e poi vedi come me li riporti subito indietro...

    >>itboy_76
    No, il mio Giulio è un mezzo architetto in cerca della vena artistica. Perché questa domanda?

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  18. ad un mio caro amico non è andata così bene.. gli è stato quasi estorto dalla madre un mese fa ed ora sta seriamente pensando che l'unica soluzione sia doversene andare di casa.

    e la cosa mi rattrista alquanto

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  19. Perchè ho avuto una lunga corrispondenza con un Giulio di Roma che era amico di Insy e mi era venuto il dubbio che fosse la stessa persona (sai, it's a small world)

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  20. Scusa ... Il Wonderful era un esclamazione rivolta a te, al tuo post, al tuo bellissimo modo di raccontare qualunque argomento. Cmq resto seriamente convinto che Te e i tuoi Amici siate un gruppo fantastico.

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  21. Ops ho dimenticato nuovamente di firmarmi. Come ti dicevo il mio nome non e' Wonderful ma Francesco. Ciao e grazie per rendere piacevole alcuni momenti un pochino bui delle mie giornate.

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  22. >>Gene
    Le realtà che si possono incontrare sono tante e con milioni di sfaccettature differenti. Mi dispiace per il tuo amico. Se ha voglia di raccontarmi il suo coming out, anche solo per sfogarsi e sentire una campana diversa... digli che può scrivermi tranquillamente e sarei ben contento di discutere tutti insieme (o anche in privato con lui) di questo momento che per come la vedo io, non va vissuto da solo.
    Ciao

    >>itboy_76
    No, vabbè, ci mancava solo l'ex in comune...

    >>Francesco/Wonderful
    Avevo il sospetto che quel "wonderful" fosse solo un'esclamazione. Comunque grazie per le belle parole.
    E sappi che per me adesso tu sarai Francesco Wonderful. Anzi, puoi iniziare a firmarti solamente Wonderful, sarà il tuo soprannome forever. :)

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  23. che bello ho ripreso il posesso del COMMENTO ....

    credo che la fase psicologo l abbiano passati un po' tutti i genitori... la cosa che invece mi rende ancor piu pazzo.. e' il fatto che sono stato i proporlo... pur nn avendo nessun tipo di problema collegato alla mia omosessualita.... cmq avendo altri problemi decido di andarci... UN DISASTRO... io parlavo delle mie preoccupazioni " lavorative" anche se ancora ero uno studente.. e l imbecille faceva ricadere la colpa sul fatto che sono omosessuale... QUALCUNO TUTT OGGI DOVREBBE SPIEGARE AL TIZIO IL BINOMIO MODA=FINOCCHIO almeno per il 60% dei casi.. ehehe

    cmq fatto sta che magari giusto per curiosita potevi andarci ... magari ti aiutava in qualche altra cosa...

    Biagina

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  24. UAHU avere il soprannome Wonderful aumenta la mia autostima che negli ultimi tempi sembra aver preso strade molto lontane. Ho deciso.... piace anche a me. A presto.
    Wonderful

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  25. era una curiosità... perchè quando nell'altro blog hai scritto che i lettori si affezioano ai blog la considerazione mi era sembrata intelligente (pensa te) ... e quindi ho ipotizzato che potesse anche accadere il contrario. che in effetti ... ma sono fresco di blog e certe dinamiche devo ancora scoprirle.

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  26. questo momento per fortuna non lo sta vivendo da solo, cerchiamo tra ragazzo e noi amici di non fagli perdere la testa.. però è l'inferno a casa... e mi dispiace perchè in primis si sente in colpa lui... :(

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  27. Ottimo post come sempre, Lord!

    Molti genitori pensano che l'omosessualità sia un disturbo psichico o una malattia. Ma non è colpa dello psicologo se hanno questa cultura.

    Da parte mia, posso assicurare che un training psicologico per eliminare qualche "virus" mentale farebbe bene se non a tutti alla maggior parte delle persone (gay, genitori, etero...).

    Non lo dico perché sono "di parte" ma perché conosco il valore della psicologia.
    E trovo scandaloso che lo Stato preveda lo psicologo nelle ASL (solo uno, tra l'altro) esclusivamente con una funzione terapeutica.

    La psicologia serve soprattutto come prevenzione e potenziamento (empowerment). Un po' come il fitness: non è per curare ma per prevenire e stare meglio. Ma in Italia arriviamo sempre dopo i disastri geologici, architettonici etc. La cultura della prevenzione la conosciamo poco.

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  28. scherzi a parte penso che tua madre ti abbia parlato dello psicologo solo per farti capire che lei comunque era con te e voleva aiutarti (non farti cambiare...come si può non essere quello che si è!!) Penso che per lei la cosa più importante sia saperti felice e questo glielo hai trasmesso bene.
    Per quanto riguarda i figli...io sono una signora sposatissima e senza figli...te ne fai una ragione, si può dare tanto anche senza avere discendenza diretta.
    I pregiudizi poi...e basta! siamo tutti esseri umani, ognuno con le proprie particolarità (e meno male!). Anzi no, tu sei davvero diverso: scrivi in una maniera fantastica e credi non è da tutti.
    Ti abbraccio Camilla (Camillina)

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  29. @Camilla, è davvero molto bello quello che hai scritto! E molto vero.

    Molti genitori, però, portano il figlio dallo psicologo (anche bambini di 7-8 anni) chiedendoci di "curare" il bambino, magari solo perché preferisce la Barbie della sorella ai soldatini (che poi non è che sia così educativo farli giocare alla guerra con i soldati, ma vabbè...).

    Molti genitori confondo il bene del figlio con ciò che loro pensano sia il loro bene. Non solo nella sfera della sessualità, ma anche per gli studi, la carriera, la scelta della moglie etc.
    Sapersi decentrare per capire il bene dell'altro è una questione di maturità. Ma come diceva la Canzone dei vecchi amanti: "C'è voluto del talento per invecchiare senza diventare adulti". Molte coppie hanno questo talento :)

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