La dinamica del paese

Sono sempre vissuto a Roma tra traffico, caos, monumenti e palazzi.
Però mio padre è originario di un paesino sperduto tra i Monti Sibillini e quando dico paesino sperduto, intendo proprio un paesino sperduto tra le montagne e si conteranno al massimo novanta case e ci sono solo due strade e una passa di sopra e una passa di sotto e in tutto il paese non c'è neanche un negozio e se devi comprare anche solo un pezzo di pane, devi farti venti minuti di macchina per arrivare al centro abitato più vicino.
Quando ero piccolo trascorrevamo spesso l'estate al paese e la mattina mi svegliavo con il suono dei campanacci delle pecore e allora correvo alla finestra e rimanevo a guardarle passare e per ultimo passava anche Dario il pastore, che mi salutava con un gesto della mano e io ricambiavo divertito e Dario non era sposato e tra noi bambini si era sparsa la voce che fosse fidanzato con una delle sue pecore. Ma io non ci ho mai creduto.
Essendo cresciuto in una grande città, la dimensione paese mi era del tutto estranea e mi stupivo di come tutti conoscessero tutti e sapessero gli affari di tutti e se ti perdevi qualche aneddoto, bastava andare a trovare zia Ines per essere immediatamente informato dei fatti e dopo due ore di chiacchiere e pettegolezzi, ti salutava incartando in un foglio di giornale delle uova fresche appena raccolte da sotto il culo di una gallina. Che poi a me zia Ines non è neanche vera zia, solo che tutti al paese la chiamano così e quindi lo faccio anche io da sempre.

Torno al paese dopo molti anni e non appena scendo dalla macchina, la prima persona che incontro è proprio zia Ines che mi fissa con i suoi occhi malati e stizza lo sguardo per mettere a fuoco e le dico da lontano:
"Ziaaa! Sono io, non mi riconosci!?"
Il viso completamente solcato dalle rughe e la carnagione scurita dal sole, scuote la testa e esplode in un sorriso sincero.
"E porca madoro se non parlavi mica ta 'r conoscevo!"
Mi chino e la bacio sulla guancia.
"Co 'sta varva lunga non mi piaci per niente però! Quanto tempo è che n' ti si vedeva? Saria dieci anni mi sa, eh!?"
Ridiamo e le chiedo come sta e per essere una vecchia di ottanta anni che vive in un posto dimenticato da Dio, la trovo in ottima forma.
La dinamica del paese vuole che appena posato il borsone in casa, bisogna uscire e fare il giro per salutare tutti quanti, ché non sta bene rimanere rinchiusi dentro casa dopo dieci anni di assenza e quando la gente mi vede mi guarda con sospetto e mi ripete quella domanda che ormai sento da quando ho sette anni:
"Di chi sì figlio tu?"
E allora devi cominciare con l'albero genealogico, partendo dai parenti più stretti e arrivando fino ad Adamo e Eva e sono 31 anni che ripeto la stessa filastrocca.
"Ma come non mi riconosci? Sono il figlio di Delio, il nipote di Blandina la sorella di Adalgisa, quella che abita vicino alla casa di Mariola in fondo al paese accanto alla stalla di Sesto, quello che va a caccia con Alfio..."
Avrete notato che la dinamica del paese, vuole che i vecchi abbiano tutti nomi ormai caduti nel dimenticatoio, di quelli che se ti chiami in quel modo, stai pur certo che hai superato gli 80 da un pezzo e pronunciare quei nomi ti fa sentire parte di un'altra epoca, ché a Roma adesso, si chiamiamo tutti Marco e Andrea e Chiara e Giulia.
Certo, effettivamente io mia figlia non la chiamerei mai Argenide e anche se è un nome greco che significa "dall'aspetto splendido", a me questa povera pupa, sembrerebbe vecchia già a sei mesi e allora continueremo a chiamarci tutti Martina e Alessandro e per distinguerci, magari metteremo dietro al nome la data di nascita come si fa in msn: Martina86 ha appena effettuato l'accesso.

La dinamica del paese a me non è mai piaciuta, perché io sono un po' snob.
Sono abituato ad internet e invece lì, per riuscire a fare anche solo una telefonata al cellulare bisogna sporgersi dalla finestra fino quasi a cadere di sotto e però è l'unico modo per trovare un po' di campo e sono abituato a sedermi in un parco e restare in silenzio invisibile in mezzo alla gente che passa e invece lì, c'è sempre qualcuno da salutare e con cui scambiare due parole o fare una partita a scopa e sono abituato a scendere sotto casa e comprare il Burger King e invece lì, non ci sono neanche i lampioni ad illuminare la strada. E però basta alzare lo sguardo e notare che sono le stelle a fare luce, un cielo nero completamente tempestato di puntini bianchi impossibili da scorgere all'interno delle grandi città e nel frigo non mancano mai le uova fresche e la gente si aiuta come fossero un'unica famiglia e l'aria è fresca e sa di buono. Eppure io in un posto del genere non ci vivrei neanche se il mondo venisse sommerso dalle acque e quello fosse l'unico pezzo di terra ancora emersa e mi sono bastati quattro giorni per decidere che tornerò nel paese di mio padre, non prima di altri 10 anni.
Però poi penso che quando anche Ines e Mariola e Argenide e Sesto e Elvio e Alfio saranno passati a nuova vita... bhè, quel posto rimarrà un agglomerato di case abbandonate e i cinghiali saranno gli unici abitanti.
E questo è triste.

Commenti


  1. Bel post e mi ha anche commosso parecchio.

    daniele

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  2. Ah.. Se non ci fossi te! 
    Co 'sta varva lunga non mi piaci per niente però! :)

    padovano

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  3. Mica mi dirai che guidi il trattore con le Converse :)

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  4. Quando si dice due braccia rubate all'agricoltura!!! Però, però ... che braccia (eheheh)
    Scherzi a parte, il post è davvero carino, capisco esattamente quali sentimenti e quali pensieri ti hanno attraversato, ed anche io mi ritrovo sempre a pensare che non potrei mai vivere un posto così, se non per qualche giorno di disintossicazione dal caos quotidiano. Forse ci può riuscire serenamente solo chi ci nasce ... chissà
    Barone

    p.s. ma solo a me la foto richiama alla mente le cover di certi filmetti hard "American Cowboys" dove ... c'è spesso un trattore di mezzo???

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  5. @anonimo_Anche  a me. Ma solo per un istante, chè poi mi sono lasciato catturare dalla bellezza del post.


    VH

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  6. Teo
    Il tuo paesello che è in provincia di...?
    La mia porca figura la faccio anche sopra la merda di una vacca... dovreste saperlo ormai!

    Barone
    VH

    Si, ma voi però avete la mente deviata, sempre a pensare a quelle cose!!
    Comunque questa collana American Cowboys mi manca... ho trovato cosa fare questa sera. grazie per lo spunto!

    ugualiamori
    Guidare il trattore io? Uhahahahaahh... ma non farmi ridere.

    padovano
    Se non ci fossi bisognerebbe inventarmi vero? Lo dico sempre anche io...

    daniele
    Vabbè dai, non era così commovente. Era solo una riflessione.

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  7. E' che mi hai fatto pensare a vecchi ricordi.
    Grazie.

    daniele

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  8. Beh! Sembra proprio una foto iniziale di un film porno...
    Carlo

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  9. Si vabbeh io ormai mi annoio a scriverti commenti  superpositivi su questi post di vita lordica.
    Mi aspetto perlomeno un libro su tutte queste storie.
    Per esempio, io ho adorato e so quasi a memoria l'aneddoto dove te o Sir facevate i complimenti alla mamma dell'altro per l'argenteria in una visita un po' imbarazzata, oppure quello dove trovasti un file word col tuo diario scritto fino al 2005 lungo ben 381 pagine, o la foto tua in quarta superiore dove sfoggiavi un caschetto biondo che...santo cielo, Lord, davvero... eri improponibile!!!

    Comunque sia, mi rendo conto che assomiglio più ad uno stalker che ad un lettore afizionado,però...non te l'ho mai detto prima... grazie per questo blog e tutti questi post che mi hanno fatto appassionare, commuovere, ridere, sorridere amaro!
    Ok, ho finito il momento patetico...è che sono in preda a delle coliche addominali tremende da 3 giorni, sono loro a parlare!

    Matt

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  10. Richiesta personale: a costo di sembrare feticista, mi fai un post sulle scarpe che possiedi? Non so, metti una foto, dici il modello... Mi piacciono sempre molto. :)

    Kaos

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  11. Voglio leggere anch'io il post dell'argentiea! please link! comunque fantastica la dinamica del paese!!!!!

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  12. E perché io questo post non l'avevo visto? E perché non mi ricordo nemmeno quelli dei complimenti alla mamma dell'altro per l'argenteria oppure quello del diario lungo ben 381 pagine?

    Va beh, sono totalmente rintronato da quando so rientrato dalle ferie...

    E comunque leggendo il post mi è subito venuto in mente il paesino dove stava mia nonna, e sulla riflessione finale, mi è venuto un colpo, pensando che potesse succedere pure alle tre case che formano il paesino di mia nonna.

    Poi mi sono ricordato che lì il paesino c'è perché si è sviluppato intorno ad una fattoria che ora è un'azienda vinicola, quindi finché non fallisce l'azienda, anche se il paesino resta disabitato (ci siamo quasi, saranno si e no 20 abitanti comprese le badanti), le tre case non corrono rischi di essere occupate dai cinghiali...

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