Aspettando Godot


Aahh, quanto è bello il teatro! Quel posto magico dove le signore rispolverano il filo di perle e la pelliccia di volpe e il viso ben incipriato e i capelli freschi di parrucchiere e le vedi che discorrono usando solo paroloni forbiti e io non ho mai capito perché la gente per andare a teatro si veste come stesse andando a un matrimonio, ma forse sono un poraccio io che avevo messo la camicia a quadri sopra la felpa con il cappuccio. Però una cosa è certa: andare a teatro ti fa sentire molto più intelligenti e con la puzza sotto il naso, sì, sì.
Che poi, a teatro dovrebbero essere più rigidi. Nel senso, dovrebbero mettere un buttafuori davanti all'ingresso e se non vai bene, via, non puoi entrare. Voglio dire, ok, la cultura per tutti, però se hai i capelli afro come Beyoncé in Work it Out, allora non dovresti proprio entrare, ché quel poveretto al mio fianco si è visto solo mezzo spettacolo, perché l'altro mezzo era celato dalla folta chioma di questo tipo che dico io, ma fatti la piastra se devi andare a teatro, no? Possibile che non ci pensi che con quei capelli hai una capoccia enorme e chi ti capita dietro è spacciato?!
Poi non dovrebbero far entrare le persone che stanno poco bene. Nel senso, se hai la tosse convulsa, stattene a casa, ché è una gran rottura sentire a te che tossisci ogni sette minuti e io fossi stato uno degli attori avrei fermato tutto e avrei detto educatamente - E che cazzo, curati perdio! Qui stiamo cercando di ricordare le battute!! - e sarei sceso dal palco e gli avrei fatto bere un litro di Lisomucil. Che poi non so se ci avete mai fatto caso, ma quando uno inizia a tossire, allora a tutta la sala viene da tossire. Cioè, secondo me la gente si trattiene la tosse fino alle lacrime pur di non disturbare, ma tipo che hanno una raspa in gola e soffrono in silenzio. Però poi arriva il momento che uno non ce la fa più e sbotta e a quel punto tutti approfittano e iniziano a schiarirsi la gola all'unisono neanche fossimo in una sala di tubercolotici.
E poi la coppietta che si sbaciucchia proprio non va bene, ché io lo capisco che vi siete appena fidanzati e per fare una cosa carina l'hai portata a teatro, però porco cazzo, non potete pomiciare come foste sul divano di casa a vedere il dvd di Tre metri sopra il cielo.
Ah, sì, magari qualcuno vorrebbe pure sapere come è stato lo spettacolo... uh uh, bhè, Aspettando Godot è un classico di Samuel Beckett e la storia la conosciamo tutti e più o meno in due ore e mezza di rappresentazione succede questo: Vladimiro e Estragone si incontrano e aspettano Godot. Punto. Fine. Chiuso il sipario. Due ore e mezza con loro che aspettano Godot e sottolineo due ore e mezza, roba che neanche io ho mai fatto un simile ritardo e invece di questo Godot neanche traccia.
Praticamente fate conto che questo spettacolo dura quanto Titanic, ma non succede niente di niente. Intendiamoci, Ugo Pagliai e Eros Pagani sono bravissimi e loro sono due mostri sacri della recitazione e bisogna solo inchinarsi d'innanzi a tanta maestria e pure la scenografia di Jean-Marc Stehlé e Catherine Rankl è fighissima si si, meravigliose le luci che riescono a creare atmosfere magiche e tutto proprio bello. Però due palle stratosferiche! Cioè, probabilmente a furia di guardare trasmissioni come Cortesie per gli ospiti, mi son fottuto il cervello e ci tengo a sottolineare che sono io quello sbagliato, un po' come quando vieni mollato dal fidanzato che ti dice: - Guarda, non sei tu, sono io... -, e quindi non è per colpa degli attori, ma sono io che ho il cervello terra terra che posso guardarmi solo cose tipo Mean Girls (e del resto Tina Fey non è Beckett) e però c'era la gente che russava con la bolla al naso e quelli che son riusciti a rimanere svegli, secondo me si erano fatti un clistere di caffè, perché vi giuro che una cosa così pallosa poche volte mi è capitata e invece sentivi le signore con il filo di perle e la pelliccia di volpe che annuivano soddisfatte e dicevano - Bellissimo!! - quando poco prima ciondolavano la testa dal sonno. Due palle storiche, ve lo dico io. Comunque bellissimo... clap! clap! clap! clap!

di Samuel Beckett
regia Marco Sciaccaluga
scena Jean-Marc Stehlé e Catherine Rankl
costumi Catherine Rankl
con Ugo Pagliai, Eros Pagni, Gianluca Gobbi, Roberto Serpi, Alice Arcuri
Teatro Argentina, dal 18 al 30 gennaio 2011
Roma

Commenti

  1. Uhmmm direi che se avevo una piccolissima voglia di sperimentare il teatro.. beh... non ce l'ho più! AHAHAHHHA

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  2. Avrebbero dovuto impedire l'ingresso anche a te allora...ma come si fa ad andare a teatro con la camicia a quadri e la felpa? Giacca e cravatta tutta la vita uahhhhhhhhhhhh (peccato che non si possano inserire le faccine)!

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  3. che post stupido...

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  4. Il clistere di caffé non so se fa effetto...

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  5. >>>awkward
    No, vabbé, non esageriamo. Fanno un sacco di spettacoli belli e interessanti a teatro. Questo secondo me era un po' noioso, però devi scegliere cose che pensi ti piacciano... come del resto alla fine fai con il cinema o con un libro.

    >>>27 gennaio 2011 14:34
    Bhe, dammi tre buoni motivi per mettere la giacca e la cravatta e al prossimo spettacolo mi vesto come un pinguino.

    >>>*NatoStanco*
    Figuriamoci se io non so prendermi le critiche. Però non mi sembra un post molto più stupido di altri e anzi, trovo ci siano interessanti spunti di riflessione, anche se scritti in modo scherzoso e ironico.

    >>>Enrico*
    Sì, effettivamente mi sa che il clistere di caffè non serve a molto... però mi piaceva l'immagine di essere riempiti con il caffè... anche se dal buco sbagliato.

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  6. 3 buoni motivi per mettersi giacca e cravatta:
    1) non si è mai fuori luogo (rave e party bizzarri esclusi)
    2) dona un pò di classe...se si sanno portare
    3)chi lavora in giacca e cravatta mica fa disegnetti....

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  7. Beh, di motivi non ne servono tre, ne basta uno, e cioè in quel teatro per vedere quella rappresentazione si va in giacca e cravatta per lo stesso motivo per cui in sala pesi non si va in costume da mare, ovvero ogni contesto ha il suo codice di abbigliamento.

    Questo rigore formale nel vestire non è dovuto se vai a vedere qualcosa in un teatro off, se si tratta di un testo comico, se vai ad un teatro all'aperto - anche se rimane comunque gradito.

    Per dirti, questo Sabato vado a vedere una cosa abbastanza leggera, e sto rimuginando su come vestirmi, però la felpa no, decisamente :)

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  8. >>>Gianluca
    >>>Paolo
    A voi due vi rispondo in un post interamente dedicato all'abbigliamento formale che mi sta girando per la testa in queste ore.
    Insomma, alla fine questo post su Aspettando Godot un minimo di discussione l'ha scatenata. Ah e per la cronaca, oggi sono andato a lavoro in felpa e tuta.

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  9. Devo confessare che la scorsa settimana al cinema per vedere Albanese, facevo parte del pubblico tossente. Non so perchè, forse una reazione allergica alla polvere delle poltroncine, ma ho iniziato a tossire. Non sai che fatica provare a trattenere il colpo di tosse. Serataccia!!!!

    Post tutt'altro che stupido, veritiero e simpatico. Ti ricordo che la Littizzetto sta a fare i milioni con i suoi libri e tu ancora non ci provi :)

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  10. >>>Sasà
    Ma alla fine il film ti è piaciuto?
    Comunque ti ricordo che alla Littizzetto i libri glie li pubblicano, perché lei ormai è la Littizzetto, fosse una pincopallina qualunque, le avrebbero già rifilato un due di picche.

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  11. Io già immagino i titoli sui settimanali

    .... da un blog amatoriale alla vetta della classifica dei libri più venduti......Lord scalza Vespa....

    provaci;)
    io te lo compro!

    PS: Il film era carino, ma Berlusconi come politico fa decisamente più ridere.

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  12. Ciao Lord, scusa se sono fuori tema. Ma questa é una comunicazione di servizio: ti ho mandato una mail. Controlla e spero che mi risponda presto. Ciao, Alessio ;)

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  13. Mi rincuora leggere che non sono l'unico che guarda "cortesie per gli ospiti" *_*

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