La Casa


Dunque questo film è brutto e soprattutto non è un remake come invece vogliono farci credere. Al massimo possiamo chiamarlo omaggio. Che poi, fa sorridere notare come abbiano deciso di chiamarlo "La Casa" (Evil Dead) proprio come il film del 1981 diretto da Sam Raimi (The Evil Dead, ma in questo caso c'è l'articolo a sottolineare la differenza) e fa ancora più sorridere scoprire che a produrre questa cagata è stato proprio lo stesso Sam Raimi. Voglio dire, è un po' come se Donatella Versace prendesse dei vestiti di H&M e ci mettesse il suo marchio sopra; quelli sempre stracci di H&M rimangono (ok, non so se il paragone è azzeccato, anche perché lo ha fatto veramente).
Che poi il titolo originale del 1981 aveva dato vita ad un vero e proprio filone horror splatter che è andò avanti per tutti gli anni ottanta; questo La Casa (2013) è già tanto se a fine mese ce lo ricorderemo ancora.
I punti di forza del film di Sam Raimi erano l'atmosfera inquietante e lo spaesamento del trovarsi isolati, le carrellate vertiginose attraverso il bosco e la macabra ironia seppur involontaria. Ecco in questa sottospecie di rifacimento non c'è nulla di tutto questo e quello che viene fuori è un classico teen movie a sfondo horror, con schizzi di sangue a profusione e scene che dovrebbero disturbare lo spettatore, ma che sanno di già visto. E poi troppe, troppe informazioni inutili messe lì per dare più spessore ai personaggi, ma che invece ottengono il risultato di distrarre e tutto diventa ancora più fastidioso quando si capisce che vogliono buttarci dentro anche un messaggio buonistico del tipo "la protagonista è una ex tossica che vuole finalmente smettere e per questo si rinchiude nella casa con gli amici". Sottotitolo: la droga uccide te e le persone che ti stanno attorno. Voglio dire, ma chi se ne frega delle spiegazioni; è un cazzo di horror e deve fare paura, non ci interessa di sapere che lavoro fanno i personaggi, anche perché già sappiamo che di lì a poco moriranno tutti.
E poi i vari omaggi al film del 1981 sono un manierismo che mi aspetterei di vedere da un gruppo di amici che si riunisce una domenica pomeriggio per giocare a fare i remake dei film famosi e invece qui ci costruiscono tutto un film attorno. Il risultato è che ci troviamo davanti ad una pellicola né carne né pesce e che non mette neanche paura. Voglio dire, se dobbiamo giocare a chi trova più riferimenti con il vecchio film di Raimi, la soluzione è già scritta sulla pagina di Wikipedia.

Commenti

  1. Era un film che già avevo deciso di saltare... adesso lo faccio a cuor lrggero :p

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  2. Premesso che il film è una cacata mega-galattica, premesso che non fa paura, premesso che concordo con te riguardo l'inserimento del messaggio sociale/buonista che è funzionale al film quanto una fiorentina al sangue ad un vegano (e dimmi se non potevo trovare un parallelo più giusto!), premesso tutti questi premesso... io mi sono divertito come un bambino (e c'ho quarant'anni eh!). E' stato come un giro sulle montagne russe, mia altra passione di quarantenne. Su una cosa non concordo con te: l'assenza di ironia. Io ce ne ho vista tanta di ironia e non potrebbe essere altrimenti con un grand guignol di tale portata! La violenza, portata a quei livelli parossistici diventa necessariamente ironica, perchè perde ogni valenza realistica. E poi hai dimenticato le tantissime citazioni de "L'Esorcista". Addirittura una battuta era presa tale e quale. Insomma, sicuramente non lo prenderebbero in concorso a Cannes ma, per quanto mi riguarda, sono stati 9,50 euro ben spesi (ebbene sì: ho pagato anche la prenotazione on line dell'Adriano, salvo poi scoprire che la sala era mezza, mezza?, vuota).
    Ciao!
    Alessandro

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    1. Ovvio che non posso convincerti del mio pensiero, perché ognuno ha i propri gusti e le proprie aspettative, però se ancora non lo hai visto, recupera il film Drag Me to Hell; il regista è sempre Sam Raimi, ma questa volta è l'originale e non una copia (come in questo film) e la cosa bella è che confeziona una pellicola horror che a dire il vero fa ben poca paura, ma dove in un certo senso si prende in giro da solo riutilizzando la vecchia maniera di fare film di una volta. Ecco, questa è ironia, non quella di questo filmaccio da quattro soldi.

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