Genitori gay


Una recente ricerca a cura dell'Università degli Studi di Pavia, sta studiando e confrontando alcune coppie omosessuali ed eterosessuali, per trovare una risposta definitiva alla domanda: "I genitori gay possono essere bravi genitori?". Intendiamoci, magari alla fine della ricerca verrà fuori che gli omosessuali sono dei genitori perfetti o magari scopriranno che sono più bravi a fare l'uncinetto che a crescere un figlio, ma francamente la risposta non mi interessa. Perché è la domanda che è mal posta.
Quando ci sono di mezzo i bambini improvvisamente tutti diventano terribilmente apprensivi e scendono in campo le associazioni come se uno li volesse seviziare e vendere al mercato nero degli organi e voglio dire; fino a qualche anno fa i bambini venivano cresciuti dalle balie che sostituivano quasi in tutto il ruolo della madre e nessuno ha mai detto nulla e vogliamo parlare dei genitori che hanno superato i quarant'anni e che si ritrovano a crescere i figli con i dolori alla sciatica o i genitori composti da un bianco ed un nero come fossero biscotti dei Ringo Boys? Dove sono le ricerche per verificare se questi bambini cresceranno con carenze d'affetto?
Ovviamente tutto il polverone è stato sollevato esclusivamente per la questione dei genitori gay, semplicemente perché in Italia l'argomento è ancora tabù e continua a ricevere dissensi da parte dei politici ancor prima che dall'opinione pubblica. Sembra quasi che un genitore eterosessuale sia autorizzato a fare quello che vuole del proprio figlio ed essere comunque dalla parte della ragione solo per il fatto di essere eterosessuale e il genitore gay invece sia sempre sotto giudizio in quanto gay.
In effetti l'unico privilegio che hanno gli etero rispetto ai gay, è che a loro basta trombare una volta per fare un figlio e i gay invece possono continuare a scopare tra lor fino al giorno del giudizio, ma niente, i pupi non verranno mai fuori. Questo è l'unico argomento che fa sollevare tutta la polemica, perché se i figli venissero anche alle coppie gay senza bisogno di affittare uteri o fecondarli in provetta, probabilmente tutta la questione non si porrebbe.
Gli etero fanno i figli anche quando non li desiderano o non erano in programma e una volta che si trovano con il pargolo tra le braccia imparano a crescerlo facendo errori e cose giuste come li farebbe chiunque altro. Che poi ormai ho raggiunto quell'età in cui tutti i miei amici etero stanno sfornando bambini e io la vedo la paura sulle loro facce e il senso di inadeguatezza e quello del genitore è un ruolo che non si può studiare sui libri, ma va imparato giorno dopo giorno, direttamente sul campo e crescendo insieme al piccolo.
Gli studiosi dicono che la madre dovrebbe essere la figura che trasmette l'affetto e il padre quello che regola la disciplina, confermando lo stereotipo della famiglia alla Guido Barilla; quella famiglia ferma agli anni settanta dove la donna è in cucina e l'uomo va a lavorare. Fortunatamente però con il passare dei decenni questi ruoli si sono sempre più sovrapposti e siamo tutti d'accordo nel dire che le famiglie di oggi sono più moderne di così.
La ricerca condotta dall'Università degli studi di Pavia potrà dire quello che vuole riguardo alla genitorialità delle coppie omosessuali e potrà direi che siamo ottimi padri o che non ci capiamo un cazzo, ma non potrà mai giudicare l'amore che impiegano due persone nella crescita e lo sviluppo del proprio figlio. E non sarà di certo una ricerca scientifica a convincermi del fatto che un gay possa essere più o meno portato a ricoprire il ruolo di genitore.
Che poi, Romolo e Remo sono stati cresciuti da una lupa e hanno fondato Roma, insomma, i genitori gay saranno meglio di una lupa o no?

Commenti

  1. Come a detto qualche sera fa Paolo Crepet a Giovanardi, studi del genere non hanno poi tanta regione di essere perchè su certi argomenti non si può mai sapere cosa sia meglio e la differenza la fanno più le singole persone che il loro sesso.
    Senza dimenticare una delle ultime interviste di uno dei più grandi neuropsichiatri infantili, Giovanni Bollea, che su questo argomento dichiarò che le figure di riferimento, i modelli di comportamento il bambino le prende non solo dai genitori ma da tutte le altre persone con cui viene a contatto e che quindi non essendo solo i genitori che trasmettono tutto al figlio, a meno che il bambino non viva su di un isola deserta il sesso dei genitori ha un importanza relativa e non è certo che certi modelli di famiglia siano migliori di altri.

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    1. Assolutamente d'accordo con quello che hai scritto.

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  2. Il problema è che è già stato ampiamente dimostrato che la coppia omogenitoriale non sia per niente diversa da quella etero
    (avevo raccolto un po' di ricerche in questo post-vademecum). Ma qui in Italia le cose è meglio farle 2-3-4-1000 volte pur di non sfatare i tabù.

    Comunque, la battuta sulla lupa di Romolo e Remo è fantastica XD ahahahah

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    1. Ma in Italia non si fidano degli studi fatti all'estero, vogliono le cose fatte in casa nostra.

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  3. Per non parlare della Sacra Bibbia: Adamo ed Eva, poi Caino e Abele. Sì, ok, e poi? Se so ingroppati tutti Eva? O Caino e Abele hanno trovato il modo di figliare? Incestuosamente? Mah...
    Scherzi a parte, dalla mia esperienza diretta, posso dire con certezza che conta il genitore, la sua persona. Un single coi controcoglioni è in grado di crescere perfettamente un figlio. Allo stesso modo, credo ci riescano anche le coppie omo. Purché ci sia equilibrio e amore tra di loro. Due etero che si odiano di certo non aiutano, ma il problema è loro e non è legato alla loro sessualità. Temono forse che tutti i figli di gay diventino gay? Se così fosse, non esisteremmo affatto allora. Fino a prova contraria, siamo tutti figli di coppie etero eppure....
    Il problema in Italia semmai è che molti gay sono i primi a discriminare altri gay per cui non mi fido molto delle 'nostre' coppie. Non per moralismo, ma da quel che vedo c'è fin troppa 'libertà' e quelli che durano nella maggior parte dei casi sono coppie aperte che non sanno manco tenersi l'uccello nelle mutande per far fronte alla 'noia' dello stare insieme a lungo. Figuriamoci quanto durerebbero e quanta stabilità potrebbero dare a un figlio. Ma questo è tutt'altro discorso, sindacabilissimo, oltretutto. Personalmente, soprattutto visti i chiari di luna del nostro paese, non me la sentirei di tirar su un figlio, nonostante sia parte di una coppia stabile da quasi tre anni. Forse, la mia è solo mancanza di istinto paterno. Preferisco che siano altri più motivati a farlo. È una grande sfida, soprattutto in un paese stracolmo di pregiudizi come il nostro. Pregiudizi presenti in maniera preoccupante persino tra noi gay. Non mi stupisce che non abbiamo riconoscimento sociale. Stiamo ancora a fa' la guerra tra chi è più o meno 'maschio', chi è attivo e chi è passivo, chi è un macho o 'na sfranta, chi è grasso e chi si pompa e già ci interroghiamo su chi possa crescere un figlio? Superiamo i nostri pregiudizi innanzitutto, poi tutto sarà più semplice e verrà da sé. Quel che mi auguro è che se si decide di fare un figlio lo si faccia per amore e non per rivendicare un diritto e basta, a mo' di provocazione. Non dubito che tra vent'anni il tutto sarà socialmente più facile e ammetto di essere anche io condizionato dall'esser nato e cresciuto in un'epoca che nemmeno nelle fantasie più sfrenate arrivava a 'tanto'. Al punto che, più che la coppia omo in sé, mi preoccuperebbe semmai la reazione e il pregiudizio di chi si troverà a vivere e interagire col figlio di queste coppie. Da qualche parte si dovrà pur cominciare. Io stesso, nato nel 1973, sono cresciuto solo con mia madre, che divorziò da mio padre che aveva 22 anni e me di uno. In quegli anni, una divorziata con un figlio a quella giovane età era una mosca bianca, sommersa da ridicoli pregiudizi e con il doppio delle difficoltà. Oggi sono quasi di più i figli di genitori separati e non mi pare che siano tutti degli sbandati o chissà che, anzi. Chi vivrà vedrà.

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    1. Perfettamente d'accordo, i nostri genitori (e anche noi) siamo cresciuti senza tutte queste apprensioni eppure non mi pare chi siamo diventati tutti serial Killer. La questione dell'omogenitorialità gay è un finto problema, tirato su da quelli che ancora vogliono ritardare la parità di diritti e dai gay che si sentono ancora inadeguati e sotto sotto non si sono ancora accettati.

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