Allacciate le cinture


Dunque, la prima domanda è:  Perché Francesco Arca?
No dai, veramente, cosa ti spinge a fare un film e volere come attore principale uno che non sa neanche far finta di dormire? Ecco, io ho molta fantasia e ho ipotizzato una risposta e questo è un film che parla di tumore al seno, che è un argomento molto sentito dalle donne e mi immagino Ferzan Özpetek che si chiede: "Qual è un personaggio italiano che piace sia alle ragazzine che alle casalinghe? Quali sono i calendari maschili che hanno venduto di più in Italia? Beh, senza dubbio il calendario di Raoul Bova pubblicato da Max nel 2000, ché quello è un calendario storico, ma Raoul Bova lo ho piazzato ne La finestra di fronte e quindi niente; nel 2001 Max ha pubblicato il calendario con Alessandro Gassman, ma lo ho già usato ne Il bagno turco e allora il calendario del 2002 con Gabriel Garko!? Ah no gli ho fatto fare il malato ne Le fate ignoranti. Che ne dici del calendario di Luca Argentero? Cavolo, me lo sono sputtanato in Saturno Contro. Vabbè dai decidiamo in fretta, che ho mille cose da fare: chi ci è rimasto che ha fatto calendari con Max? Abbiamo un tale che si chiama Roberto Farnesi, ma è troppo vecchio per il ruolo e poi Sergio Múñiz ma parla peggio di Natalia Estrada e son rimasti Francesco Arca e un certo Leonardo Tumiotto, che però fa il nuotatore e non so se sarà in grado di recitare. Allora prendiamo Francesco Arca dai, ché sul suo Wikipedia c'è anche scritto attore!".
Ecco no, Francesco avrà pure recitato in Incantesimo 10 e Il commissario Rex, ma non basta stare davanti ad una telecamera per essere attori e allora come si può rimediare? Tagliamogli tutte le battute, diciamo che è dislessico e spogliamolo il più possibile, anche quando non serve, così sale l'ormone e la gente non farà caso alla sua unica espressione da cane. Ma non scarichiamo tutta la colpa su Francesco Arca; lui giustamente è stato scelto per il ruolo di protagonista, probabilmente anche in seguito ad un provino molto difficile, nel quale si sarà pure sbucciato le ginocchia; se il film è brutto, è solo per colpa di Ferzan Özpetek.
Il caro Ferzan probabilmente crede di aver trovato la formula magica, continuando a fare film corali, con le cene e le feste in case da sogno e Allacciate le cinture è probabilmente il suo film con più protagonisti e io lo prenderei da parte e gli farei vedere Carnage di Roman Polański: un capolavoro realizzato con soli quattro personaggi, che si muovono in una stanza di circa trenta metri quadri e la bravura sta tutta nei dialoghi e nelle inquadrature e nelle espressioni degli attori e non serve a nulla avere a disposizione dieci protagonisti e tutta la città di Lecce, se poi abbiamo una sceneggiatura che si attorciglia su se stessa e non si capisce cosa voglia raccontare.
Allacciate le cinture inizia negli anni 2000 e sembra voglia parlare di amore e tradimento, poi si sposta ai giorni d'oggi e parla della difficoltà della vita di coppia e però non è neanche questo l'argomento principale, perché ecco arrivare la malattia e ovviamente è immancabile il personaggio gay, ma l'argomento non è neanche l'omosessualità e il vero problema è che ci buttano in mezzo tante cose, ma non si affronta mai nessun argomento. Un problema ormai comune a tutti i film di Ferzan Özpetek.
Con dieci personaggi avrebbe potuto fare una guerra e invece non riesce a raccontare neanche la passione tra due persone. Che poi magari il soggetto sarebbe stato perfetto per un telefilm di 20 puntate (e non sarebbe stato neanche il telefilm più originale del mondo), ma in quei 110 minuti si susseguono scene montate male, con buchi narrativi, dettagli inutili e salti temporali che incasinano la storia e voglio dire; ma che ce ne frega di sapere che il fratello di Kasia Smutniak era gay ed è morto in un incidente in mare? Ma non sapete raccontare una storia enfatizzando solo i temi principali?
No.
Ferzan Özpetek vuole costruire i suoi soliti affreschi con i personaggi circondati da amici, ma come sempre non capisce quali siano i temi da sviluppare e viene fuori solo un pastrocchio e perfino l'argomento del tumore al seno diventa solo un pretesto da trasmissione televisiva alla C'è posta per te, con il pubblico da casa che fa la faccia triste, ma poi cambia canale senza provare rimorso.
Rimane solo la bellezza mozzafiato di Kasia Smutniak, la quale poverina ce la mette tutta e prova a sfruttare al massimo quest'opportunità; ma quando stai viaggiando su un aereo che precipita, non puoi far altro che allacciare la cintura e sperare di farti meno male possibile.

Commenti

  1. No, la prima domanda è: perché ti vai a vedere un film di Ozpetek, che dopo Le Fate Ignoranti non ne ha azzeccato più uno?
    O - versione più tollerante - che dopo La Finestra di Fronte non ne ha azzeccato più uno?

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    1. Non so per quale motivo, ma provo sempre a dare una possibilità ad Özpetek; dalla sua ha il merito di essere stato il primo a sdoganare la figura del gay nei cinema italiani, di contro possiamo dire che dopo La Finestra di Fronte, non ne ha azzeccato più uno. Eppure riscuote sempre molto successo da un certo tipo di pubblico e io ormai mi diverto a massacrarlo.

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  2. Filo, tu, come altri, dimenticate sempre due paroline che darebbero un senso accettabile ai vostri commenti: "PER ME". Sono semplici, potete metterle all'inizio, oppure alla fine e farete di boriose, presuntuose sentenze delle molto più semplici opinioni.

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    1. Approvo. Tuttavia, personalmente, non spenderei un euro per andare al cinema a vedere Ozpetek, che ritengo viva di rendita e sappia suonare le corde giuste coi soliti 4 elementi triti e ritriti. L'analisi di Emilio coglie appieno secondo me i limiti del regista. Gradevole forse sul divano di casa, ma immeritatamente osannato. Il merito più grande credo sia aver sdoganato un'immagine dei gay agli occhi della massa. Mi riferisco soprattutto a Saturno Contro, che reputo magistrale in tal senso.
      Ovviamente, secondo me.

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    2. @Anonimo, in alcuni casi hai ragione, anche se una "recensione" su un blog è ovviamente il parere personale dell'autore del blog e nessuno pretende che tutti condividano la sua opinione. Chi interpreta un'opinione come una sentenza, è forse colui che non vuole sentire ragioni ed è convinto che il parere degli altri non conti nulla.

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    3. @PAT Ferzan ha azzeccato tre film, poi come ho già detto ha mischiato le sceneggiature e ancora oggi continua a tirare fuori film con i soliti argomenti e i soliti personaggi, ma con qualità e dialoghi sempre più scarsi. E no, a me non è piaciuto neanche Saturno Contro: aveva delle buone trovate, ma poi come sempre si perdeva senza arrivare a nulla.

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    4. @Lord, ma lo so che sono tue opinioni, ovvio. Solo a volte andrebbero poste in modo meno perentorio. E non è nemmeno vero quanto dici alla fine del tuo commento: i toni servono, quanto la punteggiatura, e distinguono l'opinione dalla saccenza. Le opinioni degli altri contano eccome, soprattutto se sono nel merito di qualcosa per cui si ha una passione e quindi "esperienza". Ma, c'è modo e modo di esprimerle e se ti rileggo non vedo proprio un opinione; impressione poi confermata nei commenti, dove è evidente l'apostolato ai tuoi dogmi di fede. Un poco penoso, ma naturalmente non è una tua colpa. Inoltre, forse, si pretende da Ozptek qualcosa che il suo cinema semplicemente non è.

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    5. Ovviamente parlo per me e non pretendo di giustificare il comportamento degli altri. Nel mio commento al film credo di aver motivato ogni riflessione e ovviamente sono opinioni personali, ma quando le opinioni vengono motivate allora ne può scaturire un dibattito. Dire "il film non pi è piaciuto punto" è un atteggiamento presuntuoso che non porta a nulla, motivare il perché è brutto probabilmente distingue l'opinione dalla saccenza. Detto questo, rimane il fatto che quello che scrivo è la mia opinione, leggo moltissimi commenti di gente che è uscita dalla sala entusiasta e sono contento per loro, Io tutte le volte ci provo, ma tutte le volte Özpetek mi delude. In questo forse hai ragione tu: pretendo da lui qualcosa che il suo cinema non mi può dare. Eppure per un attimo mi ci aveva fatto credere.

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  3. Per me Ozpetek è (solo) "Mine Vaganti" un film perfetto, completo, equilibrato, magico, uno di quelli che non ti annoierai mai di guardare e riguardare.
    In "Allacciate le cinture" (qualcuno ha capito perchè lo ha chiamato così?) il problema non è Arca, ma una trama che potrebbe essere da filmetto di rai1 in prima serata e forse è già troppo! Riassunto: Lei è la donna della sua vita, la cornifica tutta la vita, lei si ammala, torna l'amore. Ah, però! - I soliti dialoghi, soliti intrecci, etc etc La Smutniak borghese che lavora in un bar a percentuale regge? No. E ce ne sarebbero da dire! Pér mè è nò!

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    1. Assolutamente non condivido, anche Mine Vaganti lo metto nel calderone di quei film Özpetekkiani che vogliono parlare di tante cose, ma che non riescono mai ad imbroccare la strada giusta e poi Scamarcio è veramente da denuncia.

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    2. Concordo! A mio avviso sopravvalutato come attore e quando schecca davanti allo specchio è imbarazzante per quanto poco credibile! Il film però merita.

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  4. Menomale che ti ho letto, pensavo di andarlo a vedere al cinema appena sceso in Italia, ma se - come dici - è un'altra roba senza né capo né coda come "Mine vaganti" allora no, grazie =P

    Un saluto, Andrea

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    1. eh! caso mai corressi il rischio ti potesse piacere qualcosa giudicandolo in prima persona invece di essere sempre il terzo stomaco dei ruminanti. Mi raccomando.

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    2. scusami ma... chi ti conosce? o.O

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    3. non è che devi stringerti la mano per lasciare un commento ad un commento.

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  5. secondo me Ozpeteck prende attori cani per far vedere come è bravo a farli recitare in modo accettabile :D . a me il film è piaciuto nonostante il cast !

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    1. No dai, quella di Arca non si può definire recitazione accettabile. Comunque no, a me il film proprio non è piaciuto e come ho già spiegato, la colpa non è del cast. Quello è solo il colpo di grazia.

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