Coming Out


Alcuni di voi lettori più fidati avranno già letto queste righe, che avevo però perse durante il copia/incolla tra vecchio e nuovo blog. Approfitto oggi, per ripubblicare questo post riguardante il coming out; perché a distanza di poco più di un anno quel ragazzo di 21 anni (ora 22) è tornato a scrivermi, per raccontarmi come è andato il sui di coming out... ma di questo parleremo domani. 

Caro Lord,
sono un ragazzo di 21anni. Da qualche tempo ho scoperto il tuo blog, quasi per caso. [...] Volevo sapere come (e se) hai fatto coming out con i tuoi genitori, quando hai pensato che fosse il momento giusto e se c’è stato qualcosa in particolare che ti ha dato il coraggio (che a me manca) per farlo. Sono in pochissimi le persone a cui l’ho detto e il fatto di dover sempre portare una maschera con tutti mi fa temere che prima o poi non rimarrà più niente dietro, che non sarò più in grado di essere me stesso. Non riesco a vivere apertamente quello che sono, tanto che non ho neanche mai avuto un ragazzo. A volte penso che forse il prima passo per aprirmi veramente sarebbe quello di dirlo ai mie genitori e smettere di dover fingere proprio con chi mi sento più al sicuro. Chiedo a te per sapere la tua esperienza e magari capire cosa fare.
Ti ringrazio
F.

Da bambino avevo in cima al letto un quadretto raffigurante l'Arcangelo Gabriele. Mamma mi faceva mettere le manine giunte e mi faceva dire la preghiera della buona notte e io pregavo sottovoce di avere dei morbidi boccoli biondi che ricadevano sulle spalle e i gli occhi azzurri luminosi come quelli dell'Arcangelo Gabriele e poi volevo non essere così timido e volevo non diventare paonazzo ogni volta che parlavo in pubblico. Queste era quello che volevo a sette anni e tutte le notti pregavo si avverasse e se mi avessero chiesto di scegliere tra essere gay o essere etero, avrei risposto che non mi interessava. Cioè, probabilmente prima avrei domandato cosa significava essere gay, ma poi sicuramente avrei risposto che non era importante... perché io volevo essere solo biondo e sicuro di me!
Alla fine le mie preghiere non sono state esaudite: sono moro, occhi marroni, simpatico, ma divento ancora rosso quando parlo in pubblico. E ah!, quasi dimenticavo, sono gay. Cioè, detta in questo modo sembra che nulla è andato come sognavo da bambino e invece non cambierei nulla di me. Certo, ora dico queste cose perché ho raggiunto una certa maturità interiore, ma a dire il vero sono arrivato a questa consapevolezza mediante una serie abbastanza rovinosa di storie con ragazze e una serie di schiarenti per capelli piuttosto fallimentari (non fidatevi mai della Lozione Dr. Schultz, vi fa i capelli rossicci!).
Ovviamente questa mia presa di coscienza, è stato un percorso graduale e molto naturale; ché uno non si può mica svegliare la mattina e capire tutto d'improvviso, magari mentre sta facendo colazione davanti ad una tazza di latte.
Molti ragazzi che conosco hanno fatto le loro prime esperienze quando erano ancora giovani e magari guardando il compagnuccio di scuola o toccando l'amichetto del quartiere e io invece son sempre stato un po' tonto e ho capito che era arrivato il mio momento solo a vent'anni; così mi son fatto coraggio e sono uscito con il mio primo ragazzo. O meglio, forse dovrei direi che lui ci ha provato spudoratamente con me e che se non fosse stato per lui starei ancora a giocare con le macchinine, ma non vorrei sembrarvi troppo sfigato.
Finalmente ero riuscito ad avere il mio primo appuntamento con una persona che si faceva la barba proprio come me, ma non mi sentivo strano e il nostro incontro è stato quanto di più normale si possa immaginare. Andammo ad un cinema e poi lo accompagnai fino al portone e lui: - Vuoi salire ti faccio vedere casa? - e io salgo con il cuore che mi batte a mille e ci sdraiamo sul letto e ci baciamo.
Cioè, molti magari sarebbero andati in panico e invece sarà stato per la mia superficialità, ma io non mi sono fatto nessuna pippa mentale della serie - Oddio che ho fatto! -. Quel bacio non mi fece minimamente preoccupare. Fu un bacio sincero e questo era quello che importava, perché a me lui piaceva veramente.
All'inizio la nostra fu una relazione segreta che faceva molto Dawson's Creek, ma quando venne il momento non ci fu nessun annuncio del tipo - Mettetevi seduti perché devo dirvi una cosa importante... -. I primi ad essere informati furono gli amici più stretti e per altri non dissi proprio nulla e semplicemente nelle nostre uscite di gruppo comparve anche "lui" e piano piano tutti capirono senza bisogno di fare comunicati stampa. Ok, adesso non voglio fare quello troppo moderno e che ha avuto tutta la strada in discesa, perché qualche imbarazzo ce lo ho avuto anche io e soprattutto con le persone che mi avevano visto precedentemente con delle ragazze e poi ci sono tutti quelli che - Ma non prendermi in giro, ma quale gay...! - che allora ti costringono a dare spiegazioni e ti mettono a disagio perché, se ti dico che sono gay, è perché sono gay che cavolo! se avessi voluto fare una battuta, avrei raccontato una barzelletta sui carabinieri.
Che poi, ora mi dispiace denigrare la categoria, ma le donne sono le vincitrici del premio "risposta a cazzo di cane" che ancora oggi quando dico che sono gay, una buona percentuale risponde dicendo: - Che spreco... - oppure - Sono sempre i migliori che se ne vanno... - ma le migliori sono quelle che dicono - Se cambi idea fammi un fischio che io una ripassata te la do volentieri! -. Mettiti pure l'anima in pace perché non c'è trippa pe' gatti.
Dirlo agli amici in fin dei conti è una passeggiata. Il vero scoglio è confessarlo ai genitori. Sì, perché a mio fratello bastava portare una ragazza a pranzo la domenica e già si parlava di matrimonio e mia madre tirava fuori il servizio di bicchieri di cristallo di Boemia e iniziava a parlare con quella voce impostata da annunciatrice televisiva e io invece ho portato a casa il Tarqui un milione di volte e abbiamo sempre pranzato con i bicchieri della cucina.
Non so quale sia il modo migliore per dirlo ai propri genitori.
Non so se esiste un momento migliore e se è meglio fargli prima scolare una bottiglia di Veuve Clicquot. So solo che dopo essere stato due anni con un ragazzo e poi altri due con un altro, ero stufo di inventare stronzate. Volevo essere sincero. Volevo fare chiarezza. Non farò l'ipocrita dicendo che volevo dirgli la verità per non tagliarli fuori dalla mia vita o altre frasi fasulle. Io volevo dirglielo per me stesso, per essere più sereno e per non vivere con l'ansia di essere scoperto.
Questo ovviamente in teoria, perché la pratica è sempre più complicata.
Ogni giorno avrei voluto tirare fuori l'argomento e ogni giorno trovavo una scusa per non farlo. Quando mio padre mi comprò un set di lenzuola ghepardate dicendo - So che a te queste cose piacciono... -, ho avuto come l'impressione mi stesse dicendo qualcosa di più... come se sotto sotto mi stesse facendo l'occhiolino e dicendo tra le righe: - Ti ho visto mentre cantavi Shania Twain e stai tranquillo, sono fiero di te e amerò per sempre! -. In verità la situazione era molto più semplice e aveva solo trovato un copriletto in offerta al discount.
Dunque, vi starete domandando: - E allora come lo hai detto ai tuoi genitori?! -. Ebbene, mi sarebbe piaciuto prendere il coraggio a due mani e fargli la confessione guardandoli dritti negli occhi, ma invece sono stato un codardo e non ho mai detto nulla, perché per quanto si possa essere sinceri e onesti con se stessi, cazzarola, loro sono i genitori! E se mi sbattono fuori di casa? Se dicono che non vogliono avere più nulla a che fare con me? E se a mio padre prende un infarto e lo uccido dicendogli che sono gay? Certe situazioni le viviamo nella nostra testa un milione di volte e sempre in maniera differente e una volta li vediamo mentre si mettono a piangere e un'altra volta immaginiamo rispondere che lo hanno sempre saputo e però non sappiamo come andrà a finire, fin quando non ci ritroviamo a vivere quella situazione e io sono stato così codardo, che non ho mai detto nulla, ma ho aspettato che lo scoprissero da soli. 
Fu imbarazzante e mio padre che mi fece un sacco di domande e alcune furono ingenue e altre invece più tecniche e per tutta la durata della nostra discussione il suo sguardo rimase sempre serio e un po' triste e poi fu la volta di parlare con mia madre e le sue domande furono diverse, ma anche queste preoccupate e cupe.
Ormai son passati diversi anni dall'accaduto e il mio ragazzo è diventato ormai uno di famiglia e tutti lo trovano simpatico e intelligente e non poteva essere altrimenti, perché io mica mi sono preso il primo scemetto che ho raccattato per strada.
Insomma, tutto questo per dire che probabilmente non esiste un modo giusto per dire ai propri genitori di essere gay e probabilmente quella del rivelarsi non è neanche la strada obbligata da percorrere. Io sentivo che dovevo dirlo e sentivo che essere sincero mi avrebbe reso felice e dicendolo mi sono tolto un peso enorme dal cuore e ho iniziato a vivere più tranquillamente e certe volte mi domando se non abbia trasferito sui miei genitori quel peso che un tempo era sulle mie spalle e forse sono stato egoista e forse ho pensato solo alla mia felicità; però ho trent'anni e sono fiero di quello che sono e non mi vergogno per le scelte che ho fatto e che continuo a fare ogni giorno.
Ecco... sapete che vi dico? Che finalmente ho capito che io di me non cambierei proprio nulla e che mi piaccio così come sono e sono felice proprio perché sono fatto in questo modo. Bhe, tranne per il colore dei capelli; i ricci biondi quelli ancora li vorrei...

Commenti

  1. I ricci biondi hanno sempre un certo fascino... :-)
    Sono completamente d'accordo con te, non esiste un modo giusto.
    Però mi piace sentire le esperienze altrui, sono curioso di sapere com'è andata al lettore.

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  2. Caro Lord anche se io non ho ancora fatto questo importante passo coi miei, posso comprendere in pieno ciò che hai detto! Proprio in questi giorni ho tristemente notato che i parenti continuano a fare le solite battutine "QUANDO CI PRESENTI LA RAGAZZA?" e via dicendo... e ci sono istanti in cui vorrei semplicemente rispondere "RAGAZZO AL MAX!" in tranquillità, come se fosse la cosa più normale di questo mondo, come dire moro invece che biondo!
    Ma son sicuro che verrà anche quel momento! Sono ottimista!
    P.S. Per i boccoli biondi hai provato con Babbo Natale!? AHahahhahahha

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  3. A me sono sempre piaciuti di più i mori :|
    Perché questo fascino dei boccoli biondi?!

    Io non ho potuto dirlo ai miei genitori, parenti impiccioni l'hanno fatto per me. Un po' mi dispiace ma a distanza di tempo alla fine mi hanno tolto un peso...

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  4. Che belli, questi tuoi post, danno la speranza di non fare esplodere una bombaH durante il coming-uot, sempre che madonne, santini , gesù, papi, preti, e parrini, non abbiano già fatto tabula rasa del cervello del parentado.

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  5. bah..io nn sento questa necessità di categorizzarmi ne tanto meno dichiararmi..non so chi amerò se uomo o donna..oggi son fidanzato con uno e domani magari mi sposo felicemente con una...lo si scopre strada facendo.. anche se i miei genitori già sotto le feste mi han raccomandato una dolce fanciulla imprenditrice degna della famiglia hahah..staremo a vedere!

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  6. No io ero Santa Rita,
    era sempre sul comodino e di notte era fluorecente, la baciavo e gli volevo un bene dell'anima...a casa da mia madre c'è ancora in qualche cassetto...e luminosa alla notte sono diventata!!!

    Io con la famiglia non ho detto nulla, rimasto solo con mia madre un giorno gli ho detto che sarei andato ad abitare con un amico, poi l'amico lo citavo sempre, del tipo: "abbiamo fatto, siamo andati, è venuto..ecc ecc", la mamma non è "torda" e penso che abbia mangiato la foglia già da un pò di anni!
    Certe cose a volte non occorre neppure dirle...

    for you

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  7. Chapeau per questo post: per la tua esperienza, per le tue riflessioni, per come lo hai scritto. Ho bisogno di alimentarmi di queste esperienze...

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  8. Cioè a sette anni pregavi Gesù di farti diventare Mariah Carey? :-)

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  9. Ho scoperto il tuo blog quasi per caso navigando in internet e lo sto letteralmente divorando.. Davvero complimenti! Diverrò un tuo assiduo lettore..
    Purtroppo io nn ho molti amici con cui condividere le mie esperienze di vita "gaia" e leggere i tuoi post è interessante oltre che divertente..Ti ringrazio tantissimo..

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  10. Ho scoperto il tuo blog quasi per caso navigando in internet e lo sto letteralmente divorando.. Davvero complimenti! Diverrò un tuo assiduo lettore..
    Purtroppo io nn ho molti amici con cui condividere le mie esperienze di vita "gaia" e leggere i tuoi post è interessante oltre che divertente..Ti ringrazio tantissimo..

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  11. Questa volta non l'hai messa la foto da biondazzo!!! ah ah
    Max

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  12. Ho letto tutto d'un fiato questo post... il coming out è un tema che mi sta molto in testa.
    Mi sono scoperto gay 10 anni fa (non che prima fossi un etero convinto, forse ero un apatico...) e anch'io ho deciso di lasciarglielo capire, e anche se vivo a circa 900 Km di distanza e non assomiglio minimamente a Maicol del GF10, non ci arrivano neanche se Jessica Fletcher lo urlasse loro nelle orecchie!
    Non si tratta ormai (dico "ormai" perchè sono single) di mentire, ma di omettere una verità!
    Ed ogni telefonata, è un assillo tremendo!

    Aspetto il seguito...

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  13. Bellissimo racconto di vita, mi piace molto ed è scritto molto bene. complimenti!

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  14. è stato bello rileggere questo pezzo anche alla luce di quanto hai poi raccontato nei post seguenti.
    (Ma cancellare - come fanno i più - la barra di blogger in alto prima che i soliti scemi pigino a caso la violazione? http://www.bloggerbuster.com/2010/10/how-to-hide-blogger-navbar-updated-for.html )
    alexpf

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  15. In semplicità, io l'ho detto, quest'anno, alla soglia dei 23, e l'hanno accettato (e mio padre già l'aveva capito), ma non ho ancora conosciuto uomo...in compenso ho un sacco di macchinine e una papessamobile!

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  16. ...chissá se io sono stata una delle amiche donne che ha dato la risposta 'a cazzo di cane'...é passato troppo tempo, non mi ricordo.
    spero proprio di no! e comunque, a mia eventuale discolpa, vorrei ricordarti che eravamo in un pullman zeppo di ragazzini urlanti! :)

    genderVale

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  17. Grazie del post, grazie per aver condiviso la tua esperienza.

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