I gay sono tutti sensibili e alla moda?


Non so chi abbia messo in giro la voce del gay sensibile, ma vi assicuro che è una bufala grande quanto la storia della Vergine Maria che ha partorito senza mai sbucciare una banana.
Ma tipo che secondo me, è partito tutto da qualche donna frustrata, che si è trovata davanti ad un ragazzo fru fru e finalmente ha potuto raccontare le sue cose senza che questo gli dicesse: - Ora basta parlare; qui sotto ho un bel boccaglio per le tue immersioni... -. E così, mentre nell'immaginario comune si radicava sempre di più l'idea del finocchio sensibile, amante degli arcobaleni e capace di dispensare consigli senza chiedere nulla in cambio, nel mondo reale si faceva strada la figura di un gay frustrato per le continue prese in giro e sempre più incazzato con la società che non lo considera uguale agli altri. E senza neanche accorgercene, da adorabili orsetti del cuore profumati alla fragola, siamo diventati degli stronzi cinici e sempre pronti a far battute sarcastiche su chiunque ci passi attorno, pur di far ridere la gente e stare al centro dell'attenzione.
Ma tipo che però ormai la figura del finocchio è talmente legata a quella del ragazzo sensibile, che tutti ricercano in un gay questa caratteristica e, dato che le persone vedono solo quello che vogliono vedere, è molto più facile che si accorgano di un finocchio dall'animo nobile, piuttosto che notino tutti i così detti "insospettabili" che gli passano al fianco e il risultato è che quando ad un etero capita di conoscere un finocchio che non sia Platinette, cade dalle nuvole ed esclama stupito: - Tu gay? Ma non si vede per niente, sei sicuro di esserlo? -. 
Voglio dire, quando nel 2009 la leggenda del rugby Gareth Thomas annunciò di essere omosessuale, probabilmente in moltissimi pensarono fosse una bufala; ché il rugby è uno sport troppo duro per un gay e se poi si rompe un'unghia durante una mischia? E invece Gareth ha dimostrato a chi non è capace di vedere la realtà, che oltre ai gay sensibili e stereotipati, esistono tanti altri gay maschi che passano inosservati. Che poi vabbè, magari Gareth è uno che si commuove guardando Grey's Anatomy, ma del resto chi non lo fa?
L'altro stereotipo che ormai ci portiamo dietro come un ingombrante fardello, è quello del gay elegante e che si intende di moda ed eccoci in televisione come esperti nell'abbinare i colori e scegliere il vestito giusto per una serata cocktail e non c'e verso di scrollarci di dosso questo personaggio.
Anche qui la menzogna è palese e secondo me tutto è nato dall'ansia da prestazione che abbiamo noi gay e che ci spinge ad essere sempre perfetti per non deludere ancora una volta ci chi vuole bene e quindi eccoci vestiti di tutto punto pur di essere inattaccabili e non dare stupidi pretesti alle persone. E poi tantissimi stilisti sono gay e quindi uno più uno fa due, no?
No. Il buon gusto è una cosa che prescinde dalla natura sessuale e per esempio, se fosse per me, io mi vestirei sempre con la tuta anche ai matrimoni. Che poi, ultimamente vedo in giro un sacco di questi finocchietti che, memori dell'aver avuto per anni un blog sulla moda e dell'essersi imbucati una volta ad una sfilata milanese, non si accontentano di seguire la moda, ma loro vogliono essere la moda. E per attirare l'attenzione su di se e far vedere a tutti quanto sono favolosi, si conciano con cose assurde e poco importa se i jeans skinny con il risvolto alla caviglia gli rendono le gambe ancora più corte o se sembrano ridicoli nelle loro t-shirt oversize o se mettono papillon sopra magliette a girocollo o se per far risaltare il fisico indossano vestiti di due taglie più piccoli che sembrano rubati alla sorellina minore. Per non parlare poi dei bear, che per loro il massimo dell'eleganza sta in una camicia a quadri e un paio di Timberland ai piedi. Io voglio bene a tutti, ma non venitemi a dire che sono un esempio di stile.
Insomma, navigando nel mare degli stereotipi che nel corso degli anni ci hanno affibbiato e nei quali troppo spesso ci rifuggiamo, la sola verità è che come per il mondo etero, ogni individuo è differente dall'altro ed è giunto il momento che la gente si dia una svegliata e la smetta di identificarci e riconoscerci solo in personaggi eccentrici e vestiti di rosa. Perché anche se forse per molti sarà una scocciatura ammetterlo, oltre al gay sensibile e amante della moda che si vede in televisione, c'è anche l'avvocato gay che ci para il culo durante una causa e l'architetto gay che costruisce le nostre case ed il meccanico gay che ripara la macchina e il poliziotto gay che insegue il ladro e il calciatore gay che fa vincere la squadra del cuore e il militare gay in missione in Afghanistan e prima ci renderemo conto di quante realtà differenti ci girano intorno e prima impareremo a non considerare più il finocchio come l'ostile e lo strano
E magari un giorno, non sentiremo più la frase: - Tu gay? Ma non si vede per niente, sei sicuro di esserlo? -.

Commenti

  1. Purtroppo lo stereotipo del gay immediatamente riconoscibile è tranquillizzante per gran parte della ns. società. Almeno qui in vatikanistan.

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  2. Io poi in questa affermazione del gay sensibile ci vedo anche un po di discriminazione nel senso che molti vedono le persone gay come qualcosa tra il fragile e l'insignificante molto diverso da come si vedono gli uomini e le donne eterosessuali che hanno sulle spalle le responsabilità della famiglia e del lavoro, come se tutti i gay fossero dei colorati uccelli da voliera il cui unico scopo sia quello ornamentale.
    E come Busi che disse che lui misurava l'intelligenza delle persone su quello che dicevano quando gli si rivolgeva la domanda di cosa pensassero dei gay anche io quando mi dicono che i gay sono più sensibili mi vengono forti dubbi che la frase sia così benevola come sembra.

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  3. E bravo Lord, che hai scoperchiato il vaso di Pandora!
    Sono abbastanza d'accordo con Loran: anche secondo me la figura mitologica del gay sensibile e con uno spiccato buon gusto ha più un retropensiero offensivo, nel senso che originariamente il gay veniva visto sì come essere di sesso maschile, ma non come un vero uomo, e poichè la sensibilità e l'attenzione per l'estetica e la bellezza delle cose, così come il curare la propria persona, erano appannaggio delle femmine, mentre gli uomini veri non piangevano mai, erano rudi e non si preoccupavano di apparire trasandati e pure un po' zozzi, ecco che sbuca fuori la figura mitologica del gay sensibile e di buon gusto, il migliore amico delle donne, quello che condivide tutti i loro interessi, ma non se le farebbe mai, piuttosto vorrebbe essere come loro. Retaggio che, purtroppo, resiste in buona parte anche oggi, al punto che qualche anno fa si sono inventati la figura del metrosexual, per giustificare i maschi etero, e quindi gli uomini veri, che tuttavia si curano, usano creme e profumi, vestono bene e vanno pure dall'estetista... ma sono metrosexual (al massimo fashion victim), sia beninteso, mica effemminati e poco virili!
    Quanto al gay insospettabile, sarebbe un lunghissimo discorso da affrontare, purtroppo molto alimentato anche dallo stesso ambiente gay...
    Complimenti come sempre Lord!

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  4. Per abbattere il luogo comune sulla moda e sul buon gusto basta farsi due passi al Coming un qualsiasi sabato sera d'estate dove si vedono mise che farebbero inorridire anche un camionista che gira con il calendario vintage della Ferilli!
    Sulla sensibilità forse farei un piccolo appunto.Penso che attraversare il percorso che porta alla consapevolezza, nella nostra società, richiede necessariamente una fase di profondo confronto interiore che non può non lasciare un grado di sensibilità un pizzico superiore alla media maschile. Detto questo, concordo con l'abolizione del "non si vede"! (anche fra gay, sia chiaro... che spesso il fatto di sembrare gay è vissuto come una specie di offesa)

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  5. Errori grammaticali e stereotipi televisivi a parte, un gay con comportamenti razzisti verso qualsiasi categoria gay è veramente ridicolo. ...e non sono nè particolarmente effeminato, nè bear. Te li potevi tranquillamente risparmiare, perchè se parti spezzando una lancia a favore "nostro" ne tiri altre 100 a nostro sfavore. Sarò sensibile? Quello sì, sicuramente. Ne ho passate per arrivare a quello che sono? Sì. Per me siamo tutti uguali. Per me tra gay non ci son osottocategorie da snobbare.

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  6. >>>luigi43
    Purtroppo hai ragione tu. Immagino che molte persone non vedrebbero di buon occhio l'essere curati da medici gay e ovviamente questo è solo un esempio, ma probabilmente il personaggio del gay televisivo, simpatico e con gusto nel vestire, puoi sempre spegnerlo con un click del telecomando.

    >>>lorn
    Sono d'accordo con te quando dici che il gay è visto come una persona che non vuole responsabilità e tutti vorrebbero i gay come accessori da portare al fianco. Ma non posso non pensare che qualcosa sta cambiando e il nostro richiedere diritti e il nostro volere il matrimonio, è un chiaro segnale che non siamo solo unicorni rosa.

    >>>Barone
    Ovviamente il discorso è molto ampio e mi dispiace averlo affrontato in questo modo così superficiale, perché gli spunti su cui ragionare sarebbero molti, ma i post troppo lunghi poi diventano anche noiosi. Prendi questo posto come un preambolo di quello che verrà nei post futuri.

    >>>Gelido
    Ovviamente noi che siamo gay, sappiamo riconoscere le differenze e tutti i vari gruppi che compongono la comunità omosessuale. Quelli che dovrebbero aprire gli occhi sono altri.
    E ti assicuro che uno dei prossimi argomenti riguarderà i gay orsi che prendono in giro i gay finocchi.

    >>>Anonimo 28 novembre 2012 20:30
    Errori grammaticali a parte, credo tu abbia completamente frainteso il post o anzi, direi che sei solo in cerca di facili polemiche.
    Non mi pare di aver parlato male dei gay, né averli in alcun modo derisi. Darmi del razzista poi è veramente ridicolo e dovresti pesare le parole prima di aprire bocca a vanvera. Non ho detto che gli effeminati sono né migliori né peggiori degli altri e se non sai ridere degli eccessi di cui noi finocchi spesso siamo vittima, beh questo è un tuo problema.

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  7. Bè, non penso che servisse un post per ricordare a noi gay che esistono anche gay che non vanno in giro vestiti di rosa.
    Forse, come hai anche fatto notare tu, questo dovrebbe essere insegnato agli "etero" (le virgolette son d'obbligo) ma non penso che verrano mai a cercarlo in un blog gayo. Magari si riuscisse a farlo diventare uno stereotipo allora non ci sarebbe più bisogno di ricordarlo e di indignarsi per questo :)

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  8. mi è piaciuta la parte sul militare gay in afghanistan :D

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  9. Ne aggiungo uno di stereotipo, visto che mi riguarda in prima persona, e ha due sfaccettature, etero e gay. Di lavoro faccio il parrucchiere! Ebbene, i/le clienti che lo hanno saputo (non ne faccio una bandiera, la mia sfera affettiva e sessuale me la tengo per me di solito, tuttavia non mi nascondo e a domanda riapondo) sono rimasti allibiti e hanno fatto la fatidica domanda di cui parli tu. I gay, però, non sono da meno. Ogni qual volta, per esempio in chat, menzionavo il mio lavoro, subito uscivano battutine sulla mia mascolinità, come se essere gay ed effeminati fosse reato, o come se fare il parrucchiere necessariamente implicasse sculettamenti vari. Oltretutto, di mio, sono disinteressato a tutto ciò che è la moda, i bei vestiti, le creme, i profumi e quant'altro. Nemmeno sopporto troppo chi ha un'eccessiva cura di sé o il cui unico interesse è la palestra sette giorni su sette o la dieta del momento che fa.
    Purtroppo gli stereotipi sono duri a morire e sono un'arma a doppio taglio. Ed è vero -come dice l'anonimo della 'polemica'- che siamo molto spesso noi gay i primi ad essere estremamente razzisti anche tra noi stessi, creando sottocategorie assurde e pensando poi che necessariamente inseguiamo solo gli esempi simili a noi. Ho vissuto sulla mia pelle diverse volte situazioni simili: quando ero palestratello mi venivano dietro i palestratelli, quando ero sovrappeso attiravo gli 'orsetti', ecc. Io che negli anni ho cambiato e cambio a seconda di umore, necessità o situazioni contingenti non ho mai 'capito' come e perché si volesse per forza incanalarmi in una 'categoria'. Di certo la società e i media non aiutano, dato che continuano a presentare alle masse personaggi più o meno edificanti e comunque chiaramente riconoscibili: Platinette e le sue parrucche, Vladimir Luxuria e la sua 'ambiguità', anni fa la 'peccaminosa' Eva Robin's e chi più ne ha più ne metta. È proprio per colpa di questi stereotipi assurdi che un giovane di recente si è ucciso. A detta di tutti era gay. Nessuno che potesse veramente confermarlo con fatti reali, ammesso che ve ne fosse bisogno, se non dei pantaloni rosa e uno smalto sulle unghie. Non è ridicolo e deprimente?
    E poi, e concludo, siamo talmente ossessionati da questo stereotipo che spesso molti gay esasperano la loro mascolinità, quasi a voler negare anche a loro stessi l'appartenenza ad una 'minoranza'. L'esempio più classico è quello dell'"attivo" che guarda con sufficienza al "passivo". Anche qui, si identificano debolezze ed atteggiamenti femminei nel secondo, fino quasi a 'deriderlo' in certi ambiti più o meno scherzosi, e si attribuiscono ai primi virtù ed atteggiamenti 'superiori' solo perché più vicini al mondo etero maschile. Quando poi, gira che ti rigira, sempre di froci si tratta. Sentire quarantenni che ancora discutono su cosa sia meno maschile, darlo o prenderlo, fa capire più di ogni altra cosa quanto noi italiani siamo arretrati anche nel vivere la nostra omosessualità. Tanto più che si può essere sensibili e di atteggiamento maschile o effeminati ma aridi e freddi come una lapide. Vale per tutti, gay e non.

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  10. In un modo o nell'altro, il nostro cervello ha bisogno di categorizzare per raccogliere e archiviare più facilmente tutte le informazioni che gli arrivano. Quando si comincia ad avere maggiore conoscenza di una categoria si fanno delle sotto-categorie con le mille sfumature che possono esistere. Io non mi sento molto femminile, non sono alla moda e nemmeno curo il mio corpo un granchè. Sfuggo alla generica categoria frocio solo per puro caso credo. Deridere chi è molto più femminile di noi è un'arma di difesa per difendere una virilità che la società i impone di avere se si è "veri maschi". Questa virilità però lascia il tempo che trova. Non sento il bisogno di venire etichettato virile (chè tanto non è vero), sono attivo e passivo. Di per sè mi attirano di più le persone con atteggiamenti maschili ma solo perchè chi ha quelli femminili sembrano sempre un po' recitare. Ne ho conosciuti e hanno molto di più di certi altri ipermaschili ma molto vuoti di testa. Categorizzare può essere utile ma non deve essere strumento di derisione o di esclusione sociale. Nonostante quello che ho detto, mi sentirei in imbarazzo ad uscire per strada con uno molto più effemminato di me, non magai se fosse in una discoteca od un locale gaio. La società mette a dura prova il nostro "istinto di sopravvivenza" ormai trasformato in "prova di mascolinità". Ammiro sempre più chi riesce ad uscire da questi obblighi sociali, per me è ancora difficile, anche se sto cercando di considerare le persone per quello che hanno nel cervello e non per come si vestono o si atteggiano, ma l'apparenza è comunque la prima impressione che uno dà di sè

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  11. Sono d'accordo con il primo commento, quello di luigi43: gli stereotipi aiutano a schematizzare e - di conseguenza - cullarsi nelle proprie certezze.
    È comodo avere un Malgioglio da prendere in giro in tv.

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  12. Caro Lord,
    tieni presente una cosa, ci sono ragazzi a cui, purtroppo, è stata negata la possibilità nella vita di sentirsi chiedere "tu gay? Ma non si vede per niente?" perchè per alcuni di noi è talmente tanto visibile la nostra effeminatezza che sarebbe stato inutile cercare di nasconderla.
    Io sono uno di quelli che tu definisci frou frou, checca sfranta,finocchietto.
    Nella vita quello che ho desiderato sempre(è stato il mio desiderio quando spegnevo le candeline credo dai 6 ai 33 anni)è stato voler non essere effeminato, non etero, bada bene, ma non effeminato, perchè sai anche noi checche vogliamo essere medici architetti insegnanti avvocati e dover convincere le persone che potevamo esserlo è stato ed è molto molto difficile, perchè sei idealmente pensato per lavori come il commesso il parrucchiere lo stilista.
    Quindi Lord, goditi la tua fortuna di essere "insospettabile" virlie barbuto maschio un metro e novanta, probabilmente attivo e sii un pò più rispettoso di noi checche sfrante che tutti i giorni dobbiamo lottare per farci accettare come MASCHI da tanti eterosessuali e a quanto pare, anche da tanti omosessuali.
    Grazie

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  13. e tu che stereotipo rappresenti?Il classico gay con la barba e 4 muscoli che va in giro pensando che l'abbia solo lui?
    Ormai ci sono più gay come te che quelli frou frou

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  14. Di solito, le tue analisi mi piacciono ma questa volta ti ho trovato esagerato e un po' volgare. (quell'apertura sulla Vergine Maria potevi proprio evitarla). Se la parte puù visibile dei gay è quella dell'ostentazione dei costumi, in televisione, alle sfilate, perchè poi lamentarsi dell'impressione che si provoca? Il problema è come sempre che tutte le generalizzazioni sono sbagliate e che contano le persone e non le categorie, ma quando ci si presenta come categoria bisogna valutare bene l'immagine che si vuol dare.
    Max

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  15. Io concordo un po' su tutta la linea, nonostante il discorso che fai possa essere (ed è stato) frainteso e quindi suscitare l'antipatia di tutti quei gay che si sentono impegnati nella campagna "contro i gay che sono contro i gay stessi".
    Ci tengo però a precisare che, oltre ai gay che vogliono a tutti i costi farsi riconoscere come tali, vestendo in modo appariscente, gesticolando o avendo una calata parlata molto femminile, esiste però anche il loro opposto, ossia tanti gay che per non essere additati come tali, si fingono vere maschie da guerra (però poi alla prima nota di una qualsiasi canzone X della Spears gli parte il tremolio del ginocchio). Forse sono più ridicoli questi ultimi, e ultimamente se ne vedono a fiotti.

    Per quanto riguarda la moda credo che il discorso sia diverso. La moda non è qualcosa di dato a prescindere, siamo noi come società moderna a decidere cosa sia di moda/di buon gusto/fico etc. di volta in volta, ergo non può esistere un "modo di vestire giusto" standard.
    E' più un discorso di gusto personale e la difficoltà di farlo sposare con il gusto, a livello sociale, del momento. Ma credo trascenda l'orientamento sessuale.

    L'essere gay dovrebbe essere solo una diversità nelle quattro mura di una camera da letto, e non il metro di misura di tutto il vivere che può avere una persona. Non si è più gay o meno gay a seconda della musica che si ascolta, del vestiario che si indossa o del tipo di cocktail che si preferisce bere.
    Io almeno la penso così, nonostante abbia comunque sempre espresso una certa intolleranza verso delle estremizzazioni dovute, forse, al bisogno di attenzione ed esibizionismo, ben radicato nella cultura gay.

    Marzio

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  16. @ Anonimo 11:15

    Non devi sentirti secondo a nessuno. Non certo per il tuo essere 'frou frou', poi! Il punto che voleva fare Lord credo fosse contro un certo tipo di rappresentazione, che i media tendono a esasperare. E che -appunto- serve quasi a 'consolare' i tanti che, essendo diversi da quello stereotipo, si sentono legittimati a deridere o altro. Dubito fortemente che il post di Lord sia stato concepito con quell'intento, ma è anche vero che il mezzo lascia molto all'interpretazione soggettiva. Considera che tanti gay sono talmente impauriti del loro lato femminile che si riducono a macchiette opposte: palestrati allo sfinimento, eccessivamente 'machi' pur di dare a loro stessi l'idea di un maschio che in loro non c'è. Star bene con se stessi non significa voler emulare un modello che la società impone, ma accettarsi per quel che si è e andarne fieri. È indubbio che nel nostro paese, soprattutto in certe aree geografiche, la cosa sia dura. Prosegui a testa alta e fatti valere per altro che non siano i tuoi modi. Chi ti conosce credo sappia apprezzarti per altro. Di chi non ti conosce, sbattitene allegramente. Il più pulito c'ha la rogna, come diciamo a Roma. Meglio divertirsi con una sana gestualità gaia che frustrarsi sforzandosi di 'fare gli attivi' e i 'maschi' a tutti i costi. Salvo poi gemere come bimbette se incontrano chi è più maschio di loro, nei modi e nell'aspetto. Manco fosse una competizione, poi.
    Permetti però -per non essere razzista al contrario- a coloro che non sono effeminati di esprimere il loro pensiero e distaccarsi da una certa rappresentazione. Io personalmente sono stufo di questo definirci come 'sensibili' (è pieno di gente stronza e insensibile anche tra noi gay) e dediti alle belle arti o ai modi cortesi. Ne ho piene le palle di gente che scorrazza a culo all'aria ai pride e poi in ufficio fa il maschione e in palestra o con gli amici etero fa battute omofobe (sempre per via dello stereotipo, che li difende agli occhi del popolino). Basta coi gay che vogliono essere artisti, cantare, ballare e scopare da mane a sera. C'è anche gente (tanta, tantissima) che conduce esistenze più 'normali', che porta avanti un discorso serio di coppia, di convivenza, di rispetto del prossimo e della sessualità di tutti, senza per questo voler imporre al mondo intero le proprie tendenze (quante volte ho sentito da gay vari che i bisessuali non esistono, ma sono solo gay repressi?).. Continuare a definirci come poverini, tanto amici e tanto simpatici non fa che emarginarci agli occhi della società come una categoria debole e bisognosa di chissà che. È un atteggiamento che vedo in fin troppi gay. Io pretendo gli stessi diritti perché sono un ESSERE UMANO, non un GAY: come tutti, lavoro (10-12 ore al giorno), come tutti pago le tasse e come tutti PRETENDO il rispetto di me come persona, indipendentemente da chi mi scopo.

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  17. sono cresciuto con lo stereotipo del gay sensibile: bella fregatura! quando ho iniziato a frequentare i gay reali mi è stato ben presto chiaro quanto fosse una balla... essere gay non esime dall'essere insensibili, dall'avere pregiudizi, dal ragionare per stereotipi... spesso mi sono sentito rifiutato dai gay allo stesso modo che dagli etero, soprattutto da quelli che amano definirsi maski (con la k ovviamente), che poi saranno anche tanto maschi (aner), ma ben poco uomini (antropos)

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  18. Credo si sia fatta un po' di confusione e la colpa probabilmente è mia che ho messo troppa carne al fuoco.
    Credo che le varie categorie (e nel mondo gay ne abbiamo tante) rispecchino semplicemente la nostra personalità; parlare principalmente con gli orsi o prendere in giro le lesbiche e via discorrendo, non è sinonimi di razzismo (parola troppo spesso usata a sproposito). È normale che ognuno di noi condivida le sue cose con i suoi "simili" e forse dovremmo imparare a ridere di noi stessi piuttosto che sentirci immediatamente perseguitati.
    E ora rispondo a tutti singolarmente.

    >>>Romeo
    Beh, ovviamente l'intento è quello di far arrivare il post a tutti e non lasciarlo chiuso su questo blog che in linea di massima leggono una manciata di persone.

    >>>claudiano
    Chi sa perché?

    >>>PAT
    >>>Java
    Quello che troppo spesso ci dimentichiamo, è che all'interno di ogni categoria si nascondo delle singole persone, ognuna con un proprio carattere e una propria testa. Ecco. Certe volte sia gli etero che i gay, per semplificare cerchiamo di appiattire le personalità e fare discorsi generalizzati.

    >>>Filo
    Che poi non esiste solo lo stereotipo gay, c'è l'ebreo tirchio, il nero con il ritmo nel sangue, i filippini che ridono sempre, i giapponesi che fanno le foto...
    Ci chiudiamo dietro gli stereotipi per semplificare e generalizzare una categoria. Ecco, io volevo solo rompere queste generalizzazioni e dire: "Ok, la sfaccettatura del gay sensibile esiste e la conosciamo già, ma adesso guardiamo oltre e accorgiamoci anche degli altri".

    >>>Anonimo 29 novembre 2012 11:15
    Il tuo discorso è corretto dall'inizio alla fine, ma cosa c'entra con l'argomento del post?
    Mi spiego meglio: se avessi letto con attenzione il post avresti anche notato che non giudico nessuna categoria. Ho parlato dei gay che si vestono in modo stravagante solo per fare un esempio dimostrativo del fatto che non siamo tutti stilisti con il dono della moda innato. Ho parlato degli orsi, e di me che mi piace stare comodo e in tuta.
    Ho detto che i gay sensibili e alla moda esistono, ma che se aprissimo bene gli occhi, ne vedremmo tante altre sfumature.
    Non ho mai giudicato dicendo che questo è meglio di quello.
    Ho parlato di finocchi, fru fru, gay e etero, sempre mettendomi in mezzo alle categorie e non ho quasi mai fatto la distinzione tra "noi" e "voi"
    Quindi fammi capire, cosa c'entra questo tuo sfogo tra l'altro condivisibile, con l'argomento del blog?


    >>>Anonimo 29 novembre 2012 11:29
    Già hai deciso la sentenza senza che io dicessi nulla.

    >>>Max
    Quella sulla Vergine Maria era una battuta e spero che arrivati ormai alle soglie del 2013, non ci sia più nessuno che crede nella favola dell'immacolata concezione. Mi rendo conto però, che fare battute sulla religione e sui gay è una cosa che a molti non va giù. Forse perché ci sentiamo toccati nel vivo, forse perché quando si tratta di argomenti in cui crediamo il senso dell'umorismo va a farsi benedire.
    E finisco dicendo che le generalizzazioni in linea di massima rappresentano un aspetto reale della società. L'errore sta nel credere che non ci siano altre sfumature.

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  19. "spero che arrivati ormai alle soglie del 2013, non ci sia più nessuno che crede nella favola dell'immacolata concezione" penso che ci siano parecchie persone che avrebbero da dissentire, in primis io

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  20. >>>Marzio Martel
    Parole sante caro Marzio.
    Le estremizzazioni esistono ovunque. Ci sono i tifosi di calcio, quelli fissati con la pesca, i gay che parlano solo di Christina Aguilera, quelli che ostentano l'essere gay e quelli che ostentano l'essere maschio ed è bello e giusto essere tutti differenti. Meno bello è quando questi estremi soffocano la libertà degli altri. Ma in definitiva questo è un argomento che c'entra poco con il post e ne stiamo parlando perché come hai detto anche tu, il post da adito a fraintendimenti. Torniamo però ora nei binari. I gay femminili esistono, come esistono quelli che hanno buon gusto nell'arredare casa o nello scegliere un vestito. Questo non esclude l'esistenza dei gay che cucinano bene o quelli che si intendono di politica o quelli che sanno a memoria tutte le leggi o quelli che salvano le persone all'ospedale. L'importante è che nessuno limiti la libertà dell'altro.

    >>>PAT
    Ti ringrazio per quello che hai scritto. Condivido tutto e potrebbero essere parole uscite dalla mia bocca, ma dato che sono un rosicone, sono stato accecato da altre questioni e non ho saputo rispondergli con la tua stessa calma.

    >>>naruhito
    Ma soprattutto, non p detto che uno stereotipo escluda l'altro. Grazie al cielo si può essere tane cose insieme ed è proprio questo che determina il carattere di una persona.

    Ti prego, non apriamo anche il dibattito religioso, perché altrimenti non ne usciamo più.
    Mi dispiace se la battuta sulla Vergine Maria in qualche modo offende il credo di alcuni di voi, ma da un lato penso si possa scherzare anche su questi argomenti. Soprattutto quando la veridicità di un evento è quantomeno discutibile.

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  21. @ Lord

    Purtroppo è facile travisare se ci si limita ad un post. Essere rosiconi non aiuta, specie quando si vogliono esprimere le proprie idee e le si vede travisare. Fermo restando che ognuno la pensa come meglio crede -giuste o sbagliate che siano le proprie opinioni agli occhi altrui- a volte basta una semplice chiarificazione per spiegare gli intenti. Per il resto, i commenti acidi e di getto ci saranno sempre, a prescindere. Molti non aspettano che questo, in realtà. Non vale la pena inalberarsi per così poco, in fondo :-)

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  22. Anonimo delle 11:15 ha detto...
    Scusami, non volevo essere superficiale ne tantomeno acido, comprendo che ho potuto dare quell'impressione ma credimi non volevo.
    E' solo che io sono stanco, quanto te, di vedere associati determinati comportamenti a degli striotipi.
    Volevo solo dire che si può essere gay, effeminati, ma sentirsi comunque maschi ( è na' vitaccia, credimi!)in fondo volevamo tutti e due, da punti di vista diversi, opporci a dei luoghi comuni e credo che, tutti e due, ci siamo espressi male.
    Io chiedo scusa per essere stato istintivo e aggressivo con il mio commento, davvero non volevo, ma a volte l'esasperazione gioca brutti scherzi.
    Il tuo post era però fraintendibile, quindi tu scusati dicendo che ami tutte le checche sfrante come me:)
    Danilo
    PS:
    grazie, mi hai dato modo di riflettere...la magia di Lord riesce a fare bene anche quando ti fa incazzare!

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  23. Azzo il mio sarà il 23esimo commento...
    capirai la palla leggerlo per ultimo ma come ti dicevo su twitter..un commento te lo lascio! Dopo la lettura ieri, sono rimasta un pò disarmata...
    Parli di alcuni gay come di "stereotipi" dal tuo punto di vista ovvero "come ci vedono gli etero", beh la cosa non la trovo troppo veritiera!
    Il mondo etero è incasinato come il mondo gay e fin qui penso che condividerai...ma se cominciamo a scendere nelle classificazioni tipo: camicia scozzese+pancione+barba = orso
    pantalone skin+maxi-maglia+banana = finocchia
    Adidas alta+canotta+pantalone tasconato corto = gay.....
    Sono sottospecie che conosciamo noi che siamo dell'ambiente ma gli etero neppure se ne accorgono di "noi",(forse si nota molto che la maggior parte degli stilisti non è etero???)...non sanno che la maggior parte degli orsi usa camicie a quadri e non sanno neppure che mettersi un anello al pollice, (grande Mina) è essere "di Famigghia"..non sanno neppure la differenza fra travestita e Drag, e fidati è vero!
    Poi ti do tutte le ragioni, che passiamo per persone più sensibili di altre ok, che abbiamo buon gusto più di altri ok, che sappiamo ascoltare più di altri ok ma non ne vedo il male in questo, anzi!
    ...ma non vorrei che il problema diventasse un altro: incominciamo anche noi stessi a non accettarci fra di noi...incominciamo a disprezzare i nostri simili??? Come se fossimo tanto sicuri della nostra posizione na poter cominciare a selezionare, quello si, quello si..quello no!

    E a quell'etero un giorno vorrei dire: Si sono gay e non lo si vede xè sono come te!

    For you.

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  24. caspita... tu che parli degli stereotipi sui gay??? TU !!??? che giro in modalità "George Michael" 24/7 ???Se noti differenze, è perché FAI differenza. Ma del resto, ho sempre pensato che il peggior problema del gay sono gli altri gay, quelli come te.

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  25. La verità è solo un punto di vista, ma quando uno prova a smontare uno stereotipo come hai fatto in questo post subito si monta una polemica senza fine. Non ho mai visto tante opinioni dilungarsi e polemizzare.

    Secondo me volevi solo aiutare a sfatare un falso mito molto diffuso.

    Questa valanga di risposte mi fa capire che la comprensione è assai ardua. (e l'ironia anche di più)

    Io sono abbastanza d'accordo anche con Luigi43 che dice di come sia il mondo a volere una categoria per tutto perché in questo modo è più facile per le persone. Le fa sentire più sicure, le aiuta a capire, a catalogare, a generalizzare. E' la stessa cosa che succede quando si parla di musica.

    Volevo anche dirti che io sono molto sensibile. Ammiro che non ti perdi d'animo con tutti quelli che lasciano commenti di fuoco perché in disaccordo e fanculo la grammatica.

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  26. >>>PAT
    Mi pare chiaro che rientri perfettamente nello stereotipo del gay saggio e sensibile, che dispensa sempre consigli giusti. Cavolo, d'ora in avanti ai commenti rispondi solo tu. Sei più bravo di me.

    >>>Danilo
    Scuse accettate, anche se non ce ne era bisogno. Si parla e ci si confronta e ci si inalbera per un idea che si ritiene giusta. Non è successo nulla di brutto.
    Il post non scritto benissimo e lo ammetto, ma non diceva nulla di brutto nei confronti delle "sfrante". Anche perché ribadisco che l'argomento non era quello.
    Pace fatta.


    >>>Nanà Lanuit
    Ti blocco subito prima che ri-inizi una discussione inutile.
    Io non ho fatto nessuna classificazione di generi.
    Su 64 righe del post (le ho contate) ti sei soffermato solo sulla parte in cui parlo della camicia a quadri dei bear e i pantaloni skinny di quelli che definisco "finocchietti".
    Non ho detto che sono meglio o peggio e non ho fatto nessun'osservazione che possa in qualche modo giudicarli. ho parlato di loro solo per dire "Vedete, tra i gay c'è gente che si veste in questo modo! È quindi sfatato il mito dell'omosessuale ben vestito." Punto. Capisco che ad una lettura superficiale l'occhio possa cadere soprattutto in questa parte e capisco anche che per chi si è sempre sentito rifiutato, ogni minimo pretesto può essere inteso in modo sbagliato.
    Ma qui si parla di eterosessuali che hanno come immaginario il gay sensibile, educato e appassionato di moda e dice che invece non esiste solo questa categoria. È un'osservazione talmente ovvia che forse sfugge al lettore distratto, ma è questo l'argomento del post e non c'è nessun giudizio nei confronti di quei finocchi che amano Gucci e piangono durante Grey's Anatomy e non dico che i rugbisti gay sono meglio di quelli che invece lo capisci che sono omosessuali appena si muovono; dico solo che noi gay siamo molti e tutti diversi.

    >>>Anonimo 29 novembre 2012 15:38
    Noto le differenze, perché le differenze esistono e prima verranno accettate e prima vivremo tutti più serenamente.

    >>>G. Blue
    Credo che in buona parte sia giusto il discorso sulle categorie; è più facile generalizzare e parlare per schemi raggruppando un bel numero di persone tutte insieme. Non ci trovo nulla di male. La parte negativa è quando queste categorie non rispecchiano la realtà, ma si insinuano così tanto nella cultura di una popolazione, fino a penalizzarla. I gay sensibili esistono e questo lo abbiamo capito tutti. Sono belli, brutti, buoni e cattivi. Con il post volevo solamente dire che il mondo omosessuale non finisce qui. Punto. Mi rendo conto che se ci son stati tanti fraintendimenti la colpa è solo mia che ho scritto male alcuni passaggi, ma pure i froci quando ci si mettono sanno essere bei rompicoglioni eh!. "E fanculo la grammatica" (cit.)

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  27. Dio mio, ci mancava quello che si è offeso perchè Lord ha detto che fa ridere che la Vergine Maria andasse in giro dicendo che le era sbucato dal nulla un moccioso senza che lei avesse toccato banana in vita sua.
    Sono 2000 anni che è una storiella che fa morire dal ridere, lo scopri adesso, Anonimo?

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  28. Parole come "finocchietti" e "conciano" io non le avrei usate, proprio perchè voglio bene a tutti. Mi associo con chi ha scritto "ho sempre pensato che il peggior problema del gay sono gli altri gay". Chiamiamole intolleranze. (guai a chiamarle razzismi, definizione estremista. Ridicolizzazioni?) Ma quando uno viene in qualche modo, anche lontanamente, offeso, la deve prendere con ironia! Figurati!

    - Il primo Anonimo aka il cacciatore di facili polemiche -

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  29. >>>Rick
    Posso anche capire che un credente storca la bocca d'innanzi a certe battute, ma non siamo mica l'Islam, che cristo.

    >>>Anonimo
    finocchietti = finocchi magri e di piccola statura
    conciano = acconciarsi, vestirsi, truccarsi in modo grossolano. Ma sto parlando di persone che si vestono male, quindi direi che è il termine è giustificato.
    Dove starebbe la parte in cui ridicolizzo qualcuno?
    Ti riveli ancora una volta cacciatore di facili polemiche.

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  30. Quando si parla di giudicare l'aspetto fisico o l'orientamento sessuale, mi viene sempre in mente la mia Prof di Informatica del Liceo. La prima volta che è entrata in classe i commenti fioccavano come i brillantini in un video di Lady Gaga. Immaginate le labbra di Amanda Lepore, la pelliccia (ecologica) di Crudelia Demon, i trampoli ai piedi e aggiungiamoci il girovita della Aguilera 2012, poi completate il resto con un po' di fantasia e l'immagine è pronta.
    Bene. Quando apriva bocca faceva invidia a Mark Zuckerberg. Noi a bocca aperta ma senza voce ...E lo stesso colpo di scena si ripeteva con ogni suo nuovo incarico. Stima. Purtroppo c'è ancora molto da fare. In ogni ambito sociale e sotto ogni aspetto culturale.

    AbbAu

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  31. Ciao, Lord.
    Sono un tuo lettore assiduo, ma non commento (quasi) mai. Quando lo faccio mi firmo, ma stavolta non lo farò. Perché il tuo post mi è piaciuto (e non succede sempre), ho capito benissimo cosa intendevi e l'ho condiviso in pieno. E quindi voglio essere il primo anonimo di questa tornata che non ti attacca ma che invece si complimenta con te!
    Tutto questo preambolo per sottolineare una cosa che noto nei commenti qui sopra e che mi pare curiosa: chi ha condiviso il tuo pensiero ha messo una firma, chi ti ha attaccato (anche pesantemente) è rimasto anonimo, senza neanche sentire il bisogno di mettere un nome finto tipo "Topolino 72". Addirittura uno ti ha attaccato da anonimo e si è scusato firmandosi (è stato molto carino, in verità). Ma tutto questo anonimato aggressivo è fastidioso. E' un po' come quei ragazzini che suonano al citofono e scappano.
    Vabbé.
    Un caro saluto.
    Anonimo delle 22.13, minuto più minuto meno.

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  32. caro ultimo anonimo,
    su internet "anonimo" molto spesso è la firma più onesta. Cos'è Lord, Java, PAT etc... sono nomi propri?
    Se mi firmavo maurizio ero più credibile?
    Volevi fare il figo? bravo, ti stiamo tutti applaudendo. Lord ha fatto un post, niente di male, per me ha cagato fuori dal vaso, soprattutto lui che È uno stereotipo vivente. Tu concordi con lui, io no. Certo, quella sulla madonna era solo una battutina, quella sui finocchietti un modo benevolo di dire... come no. E non intendo che Lord le abbia fatte con molevolenza. Ma non lo penso proprio. Penso però pesare meglio le parole sia segno di maturità, che ce l'ha e chi no.
    Orgogliosamente anonimo. peace.

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  33. non siamo l'islam (e anche questa è una generalizzazione indebita, pertanto discriminante), ma ciò non toglie che anche se tu non credi dovresti avere rispetto per chi ha fede, lo stesso rispetto che chiedi alla società e alla chiesa in quanto gay

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  34. Anonimo delle 22:36

    Carissimo, sottoscrivo che firmare non sia necessariamente garanzia di credibilità e onestà, ma da qui a dire che firmarsi anonimi è 'il modo più onesto' ce ne corre. Che senso ha questo tuo rimarcarlo? Se è per questo, dietro una tastiera uno potrebbe anche dare generalità reali e poi dire che sono false. E viceversa. Se ci attacchiamo a questo, decade tutto ciò che è virtuale. O no? Chi ci dice, per assurdo, che Lord è Lord? Mi sembrano questioni un pochino esasperate, se messe così.
    Vorrei peró aggiungere una cosina su Lord -che non conosco personalmente, precisiamolo.
    Chi si 'espone' con un blog lo fa sapendo bene di incorrere in giudizi e critiche. Nessuno lo obbliga e nel momento in cui decide di farlo ne paga le conseguenze, negative e positive che siano. Trovo un po' esagerato che lui si inalberi per commenti acidi e (fossi in lui o in qualunque blogger li eviterei a priori, se capissi che fossero solo cattiveria gratuita), ma allo stesso tempo trovo assurdo attaccarlo in maniera 'violenta' se le idee che esprime, i toni che usa o le parole che scrive non sono di gradimento. Come tutti, ha il diritto di pensarla come gli pare. Anzi, forse più di tutti, in quanto titolare del blog, in cui mette pure la faccia, non solo il nome. Se non si è d'accordo, lo si dice, si esprime il proprio punto di vista e lo si argomenta. Discutere, nel bene e nel male, aiuta a capirsi/confrontarsi. Se proprio non si condivide un pensiero o si capisce che l'autore non fa per noi, trovo più utile astenersi e saltare il blog a pie' pari, piuttosto che insistere insultando o creando polemiche sterili. Altrimenti si rischia di fare il processo alle intenzioni per partito preso (tanto più che non ha fatto apologia del fascismo né promulgato la pena di morte, ha solo commentato ironicamente uno spaccato di vita gay). L'esempio più lampante è in uno di primi commenti, nel quale qualcuno si lamentava del fatto che uno come Lord -a suo dire stereotipato di suo- si permettesse di criticare altri stereotipi. Non conoscendo la persona, non capisco come si possa giudicarla ed etichettarla in quattro e quattr'otto. Se anche fosse, poi, non vedo perché non potrebbe farlo. Fino a prova contraria, siamo in un paese libero.

    P.S. Nel mio caso, PAT è l'abbreviazione di Patrizio, tutto qua. Dubito che sapere dettagli anagrafici su di me possa essere di qualche rilevanza per qualcuno. Se 'firmo' è solo per rendere più facile identificarmi le volte in cui ho interesse a ribattere e nel caso in cui ci si rivolga a me. Per alcuni potrebbe essere una firma 'poco onesta', ok. Di certo però semplifica molto gli interventi, da e verso di me (e degli altri che si firmano).

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  35. Caro "Anonimo delle 22:36",
    in pratica ti ha già risposto PAT, e posso aggiungere solo poche cose.
    La prima è che firmandoti mi avresti evitato questa menata di andare a vedere a che ora hai scritto.
    In secondo luogo, firmandoti avresti tolto il dubbio che tu, io, l'anonimo delle 15.17, quello delle 17.56 e quello del lunedì pomeriggio siano la stessa persona in vena di scherzi (rischio ancora possibile: pensa che trip!!).
    Infine, lasciami ribadire quello che intendevo dire prima: chi lascia un commento un po' "cattivello" e resta anonimo, specie in un posto (internet) dove sei comunque anonimo (sapere che PAT si chiama Patrizio non me lo rende più noto di prima) secondo me lo fa perché, in modo forse inconscio, è il primo a giudicare male se stesso (almeno per quell'azione, e non in senso generale). Sarà dietrologia, ma sai: noi fighi ci attacchiamo a queste piccolezze per esibirci sul primo palcoscenico che capita!
    Grazie degli applausi, li meritavo!
    Un caro saluto.
    L'ex anonimo delle 22.13, minuto più minuto meno, diventato nel frattempo l'anonimo dell' 01.04, minuto più minuto meno.

    P.S.: per ovvie ragioni di firma, non credo che commenterò ancora!

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  36. >>>AbbAu
    Questo è quello che intendevo: dietro ogni categoria, si nasconde una persona.
    Io per esempio avevo il prof di italiano che ogni volta che parlava, eravamo tutti ipnotizzati. E secondo me era gay.

    >>>lettore assiduo Anonimo
    >>>PAT
    Concordo in pieno con la storia dell'essere anonimo. Come hai già detto siamo su internet e la gente può chiamarsi in qualunque modo e non farebbe alcuna differenza. Ma la differenza la fa per me, ché leggendo i vostri nickname riesco a trovare un modo per riconoscervi e piano piano conoscervi.
    Il commento anonimo è una vigliaccata perché mi impedisce qualsiasi tipo di identificazione.
    Per quanto riguarda la storia del volerci mettere la faccia, quella è una mia scelta che nasce dal non vergognarmi si essere gay, dal voler parlare apertamente di quello che sono, dall'essere vanitoso, dal voler rendere più credibile il blog e da tanti altri motivi.
    Che poi, non dimentichiamo che il blog in fin dei conti è un gioco e tutto finisce quando si spegne il computer.
    Per PAT; vorrei sottolineare che il mio rosicare leggendo i commenti acidi è semplicemente per difendere un'idea. Ho sempre risposto a tutti i commenti, anonimi e non e cerco sempre di raccontare il mio pensiero anche quando vengo attaccato. Lo faccio perché ci credo (fate partire gli applausi anche a me?), ma ammetto che qualche volta perdo di vista l'obiettività.

    >>>Anonimo 29 novembre 2012 22:36
    È superfluo dire che non sono d'accordo con la storia dello stereotipo vivente, vero?

    >>>naruhito
    Vabbè niente, oggi come parlo sbaglio.
    Però difendo la mia frase e non ci vedo nulla di offensivo. Ovviamente era un riferimento alla vecchia storia delle vignette satiriche raffiguranti Maometto e il mondo islamico che le ha ritenute blasfeme.
    Perfino in quel caso c'è stato chi difendeva la libertà di espressione e chi invece ha condannato l'atto del giornale danese.
    Ecco insomma. Dire che non credo alla storia dell'immacolata concezione penso non sia blasfemia. Dirlo in modo colorito (con la battuta sulla banana) può essere una mancanza di rispetto tanto quanto lo è dire ad un fan accanito, che il nuovo album di Christina Aguilera è una merda.
    Io la vedo la vedo così.
    E dato che hai fatto tu l'esempio della Chiesa, ti dico che quando il Papa dice che l'omosessualità è un abominio, lo fa facendosi portavoce di movimento religioso e in quel modo fomenta i fedeli all'odio; quando io dico che Maria non poteva essere vergine quando ha partorito, sono un pincopallino qualunque che dice la sua su un blog seguito da un centinaio di persone. Insomma, il paragone non regge.

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  37. voglio solo precisare che i miei commenti non erano tanto per la battuta sulla banana contenuta nel post (sono d'accordo sul fatto che ci sia libertà di ironizzare su certi argomenti e di essere critici), quanto per un tuo commento e uno di riki da cui sembrava che chi crede all'immacolata concezione sia uno sciocco credulone. magari ho frainteso io

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  38. hai perfettamente ragione..
    io mai saputo abbinare due colori, e metterei la tuta ovunque!

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  39. ...preferisci pensare
    che un gay sia una sorta di errore
    una cosa immorale
    o nel caso migliore
    un giullare, un fenomeno da baraccone
    e lo tollererai solo in quanto eccezione
    e lo tollererai solo in televisione
    lo chiamano gay
    e tu pensi ricchione

    finche' la gente che passa in tv e' quella che e' difficilmente l'opinione publica modifichera' i propri stereotipi

    tutti a votare x jonhatan del gf e poi i gay posson anche schiattare che tanto non gliene frega niente a nessuno

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  40. Bel post e soprattutto bei commenti.
    (non sono ironico XD)

    mi ha colpito il commento di Anonimo (uno dei tanti Anonimi) che lotta contro la propria effemminatezza e per affermare il suo essere uomo. In effetti non "conoscendola" ho sempre in qualche modo pensato che fosse solo una questione di "volontà" evitare atteggiamente effemminati. Ma probabilmente è analogo al dire che si "sceglie di essere gay". Grazie per la delucidazione.. c'è tanta ignoranza anche nel mondo gay.

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  41. Io non avrei usato cmq quella terminologia, sarò io, ma la trovo un po' ridicolizzante. Tutto qua.

    Anonimo cacciatore di facili polemiche

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  42. Le camicie a quadri sono la perfezione. Che sia detto una volta per tutte!

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