Daft Punk - Random Access Memories


Il nuovo album dei Daft Punk sta letteralmente facendo il botto. Che poi, nell'era dei social network dove tutti condividono quello che fanno anche se a pochi interessa saperlo, ogni tanto si vede qualcuno che pubblica una foto per dimostrare che sta ascoltando il disco dei Daft Punk. Questo significa che avere nelle cuffie Random Access Memories è da fico? Ecco, pare di sì e in effetti il duo francese ha sempre ottenuto consensi sia dalla critica che dal pubblico, ma improvvisamente è come se fosse diventato di tendenza, ma di quella tendenza con la puzza sotto il naso. Quasi snob. E quindi tutti si sono scoperti fan dei Daft Punk.
Che poi, se per lungo tempo i francesini si sono distinti per i loro suoni elettronici e anche abbastanza tamarri, in questo disco si fanno notare per le scelte raffinate e mentre la musica pop si è ormai fusa con quella elettronica diventando via via sempre più coatta, i Daft Punk hanno deciso di trasformarsi in DJ stilosi e sofisticati, che guardano al passato sfruttando atmosfere retrò e allontanandosi il più possibile dal coattume. Sai che novità; in questo periodo quasi tutti quelli che hanno voluto in qualche modo distinguersi e darsi un tono, hanno rivolto lo sguardo al passato.

Give Life Back to Music. Il disco si apre ed è subito stupore: ma chi sono questi? Sono degli strumenti veri quelli che sento? Dove sono finiti i suoni elettronici degli anni novanta? Forse è proprio vero quello che dice il titolo: questo disco è stato pensato per "ridare vita alla musica". ★★★★★
The Game of Love. Altro pezzo molto strumentale, ma arricchito dalla voce dei Daft Punk resa metallica e forse questa è l'unica pecca, perché voglio dire; non siete mica Britney Spears che potete permettervi la voce robotica! ★★★★★
Giorgio by Moroder. È il pezzo più lungo del disco (oltre nove minuti) e inizia come un'intervista e poi le parole vengono messe in musica e lentamente si trasforma in un tripudio di suoni (questa volta più elettrici). Ma poi chi cazzo è questo Giorgio? Ebbene, Giovanni Giorgio Mordore è un discografico/compositore italiano, che negli anni settanta diede una sferzata alla musica facendo un abbondante uso del sintetizzatore e influenzando in modo rilevante la disco di quel periodo e diventando una vera icona al punto da collaborare con  Elton John, Janet Jackson, David Bowie, Cher, Eurythmics e la lista è ancora lunga. In questo caso i Daft Punk creano una vera e propria canzone omaggio. ★★★★★
Within. Si apre con le note di un pianoforte e prosegue con la voce robotica del duo francese; raffinatezza a go go, ma noia vera. ★★★★★
Instant Crush (feat. Julian Casablancas). Secondo singolo annunciato e collaborazione con il cantante dei The Strokes, per un pezzo che alla fine non sembra né far parte del repertorio dei Daft Punk (forse riprende vagamente le sonorità di Discovery, quando ai Daft Punk gli era preso a fare i video a cartone animato), né appartenere ai The Strokes. Eppure il riff è niente male.  ★★★★
Lose Yourself to Dance (feat. Pharrell Williams). È il pezzo più funky del disco, arricchito dai falsetti di Pharrell e dagli strumenti musicali che ancora una volta "ridanno vita alla musica". Pharrell ripete sempre la stessa frase, ma ogni volta sembra dargli una sfumatura diversa. Ho detto sembra. ★★★★
Touch (feat. Paul Williams). Altro pezzo lungo (oltre gli otto minuti). Diciamo che rispetto al concept del disco questo pezzo risulta abbastanza un pesce fuor d'acqua; di quelli che ti lasciano con un bah stampato sul volto. ★★★★★
Get Lucky (feat. Pharrell Williams). È il brano capolavoro del disco, ipnotico come le tette di Pamela Anderson quando corre sulla spiaggia. Un brano che rispolvera tutta l'epoca d'oro della disco music, un singolo perfetto per introdurre e far conoscere al pubblico questo Random Access Memories e sicuramente anche l'unico pezzo che sopravviverà a distanza di anni. ★★★★
Beyond. Brano quasi esclusivamente strumentale, con un intro di archi che ricordano le colonne sonore dei grandi film di una volta. Indubbiamente d'effetto, anche se resta da capirne il senso. ★★★★★
Motherboard. Pezzo che segue la scia del precedente, quasi fossero legati tra loro e questa volta dentro ci vedo molto anche dell'esperienza accumulata con la colonna sonora di Tron Legacy. Tutto molto bello, peccato solo che sia noioso. ★★★★★
Fragments of Time (feat. Todd Edwards). Dopo l'ottima Get Luky il disco ha ormai preso una piega che boh, viene un po' da chiedersi che senso abbia e in questo contesto arriva questa Fragments of Time che io l'avrei vista meglio in un album di Jamiroquai piuttosto che qui. ★★★★★
Doin' It Right (feat. Panda Bear). Finalmente torniamo a ragionare e ci voleva la collaborazione con Panda Bear degli Animal Collective e a dire il vero, sembra più un remix che i Daft Punk hanno fatto di un brano degli Animal Collective. Ma va bene così. ★★★★
Contact. Il disco si chiude con Contact, il pezzo che forse meglio degli altri coniuga i lavori del passato con la riscoperta degli strumenti di cui si accennava all'inizio del disco. Ma non ci farei mai un singolo. ★★★★★

Commenti

  1. Giorgio Moroder e' il produttore/creatore del Munich Sound, per intenderci I Feel Love di Donna Summer....e di un favoloso suo disco intitolato 'From Here To Eternity' ancora attualissimo

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    1. Grazie per la precisazione. Wikipedia serve anche a questo.

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  2. questo lo dici tu lord di Giorgio moroder chi cazzo è...sai com'è è una pietra miliare della dance. Recensisci un album da produttori (solitamente)di stampo elettronico senza sapere chi è lui?...

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    1. Cos'è che dico io? Il mio era solo un chiarimento per far capire chi è Giorgio Moroder, non tutti nasciamo imparati...

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  3. Ciao lord, ma alla fine il disco ti è piaciuto complessivamente, no? Perché l'introduzione sembra un po' critica, però i giudizi alle varie canzoni sono più che positivi! Mi hai fatto venire voglia di ascoltarlo, per me i DP si erano fermati a quel video con i cartoni animati giapponesi... Cmq, anche se io non faccio testo, di 'sto disco non avevo mai sentito parlare, e sono in Francia! :/

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    1. Come fai a non averlo mai sentito, vivi chiuso dentro il Louvre? Il disco mi è piaciuto, le critiche iniziali sono dovute ad un cambio di stile abbastanza inaspettato e immotivato, ma come dici tu il giudizio delle singole canzoni è quasi per tutte positivo.

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  4. Ah ah dentro il Louvre no, ma in un posto poi non tanto diverso si... :/ occorre correre ai ripari

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